286 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI essendo già al completo l'istruttoria fin dal novembre dell'anno precedente. · In data 9 ottobre 1925 venne depositata la requisitoria dei due magistrati Del Vasto e Crisafulli - quest'ultimo sostituito a Tancredi -;-- con le conclusioni e le relative richieste a carico degli imputati. La sentenza dice che « la uccisione di Matteotti si sovrappose e si aggiunse al sequestro senza alcun ne~so preordinato di causalità tra i due delitti per mera ed improvvisa risoluzione di coloro che detto sequestro operarono e fu determinata da cause immediate che possono supporsi ma che non è dato di poter precisare ». « Repugna alla logica pensare a delitto premeditato ». « Il sequestro era premeditato e organizzato in• ogni particolare, - affe~ano i magistrati - l'uccisione avvenne in seguito per cause improvvise e senza premeditazione da parte degli ucc1son ». Conclude il Presidente Del Giudice : « La lunga, conclusiva ed esauriente istruttoria dei delitti di ratto ed assassinio del deputato socialista, Giacomo Matteotti ebbe il. suo triste e vergognoso epilogo nella sconcia e lugubre farsa giudiziaria davanti alla Corte d'Assise di Chieti», dove « la Giustizia venne oscenamente stuprata poiché colà non si fece la causa per giudicare e. punire i delinquenti e complici ma, invece, cosa che supera i limiti della credibilità, si fece la causa contro l'assassinato. Imperocché furono esaminati testimoni falsi che, con le menzognere deposizioni, tentarono di oscurare la chiara fama della vittima infelice, e tutte le arringhe pronunziate nel corso del dibattimento non furono, in sostanza, che tante requisitorie, specie quella del Farinacci, difensore del capobanda dei sicari, contro il glorioso ed eroico Martire della BibliotecaGino Bianco
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