282 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI Tutta la stampa antif~scista plaudiva all'operato dei due magistrati, con l'unica eccezione de « Il Popolo », diretto da Giuseppe Donati, « uomo di indiscussa probità e di sincera fede cattolica, ma spirito squilibrato, di carattere diffide~te e sospettoso », il quale aveva preso a diffidare della loro opera per il motivo che non avevano spiccato mandato di cattura eziandio contro Mussolini. Così, nella prima metà del dicembre di quell'anno, senza chiedere il parere e l'autorizzazione dei capi del Partito Popolare, il Donati inviò una lunga e particolareggiata denunzia al Presidente del Senato nella quale accusava il senatore De Bono quale complice nei_ delitti di ratto ed assassinio del deputato Matteotti e domandava che il De Bono venisse giudicato dal Senato, costituito in Alta Corte di Giustizia. La notizia cagionò nell'opinione pubblica stupore e indignazione perché il voto di piena fiducia, emesso a favore di Mussolini appena 10 giorni dopo l'assassinio di Matteotti, susseguito anche da altre votazioni favorevoli, stava a dimostrare che l'Alto consesso era per oltre quattro quinti aggiogato al fascismo. · BibliotecaGino Bianco
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