IL PROCESSO AGLI ASSASSINI 279 Quando Mussolini apprese a Milano da una telefonata di De Bono da Roma « la notizia che il povero Amendola aveva ricevuto dai sicari bastonate così tremende sulla testa da rimanere immerso nel proprio sangue e quasi morto, aveva risposto : " Ora vado con maggiore appetito a fare colazione! ". « Il povero Misuri fu àssalito a tradimento, mentre si trovava in un Vespasiano, nei pressi di Montecitorio, e sotto i colpi furenti di Dumini, Volpi e Guardabassi cadde immerso nel proprio sangue». « Allorché quella stessa sera si riunì il Comitato segreto e De Bono ebbe fatta la relazione, Mussolini esclamò : " Benissimo! Per ora è sufficiente questa prima lezione. Se poi tornasse a fare un altro discorso di opposizione, allora bisognerà farlo fuori del tutto" ». « Sentite queste parole, De Bono che in quel tempo esercitava la funzione di direttore generale della polizia, rispose cinicamente: " Ma allora, uccidiamolo adesso, così ci risparmieremo la eventualità di un secondo discorso di opposizione! "». Sottoposto a nuovo interrogatorio l'imputato Aldo Putato, dopo che gli era stito reso noto quanto avevano deposto Rossi e Marinelli, schiuse le labbra e tra l'altro riferì che il Dumini ebbe a dirgli : « Mussolini è irritatissimo contro Matteotti e vuole assolutamente che noi l'uccidiamo, e poi ne facciamo scomparire il cadavere». · Dapprima Putato rifiutò di partecipare al ratto e al delitto, ma poi obbedì quando Dumini consentì che quando il Matteotti fosse stato rinchiuso nell'automobile egli tornasse addietro ad aspettare i complici nel solito posto fin- . I . ché fossero ritornati a Roma. · Il sesto della banda macabra, Augusto Malacria, che appena separatosi dai compagni si era rifugiato in Francia, BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==