SULL'AVENTINO 269 fu, già allora (e non oggi, colla beffa della riforma elettorale), la demolizione della Assemblea elettiva; il rinnegamento del suffragio; la degradazione del popolo a plebe; la restaurazione del Medio Evo; l'abdicazione del Monarcato; il principio irrevocabile del dissolvimento. « È vero: quel documento fu seppellito. « Ma con esso - badiamo - fu seppellita l'Italia. Sta, con quelle pagine, in un solo e stesso sepolcrn, tutta una naz10ne. « L'Aventino tentativo fallito! « Sì, per un'ora. Ma l'Aventino è un Calvario. Per la via di quel Calvario, passo a passo, di staz.ione in stazjone, sudando sangue, incespicando, cadendo, risollevandosi, sotto i colpi e gli spintoni dei sicarii, respinte le Maddalene, incatenati i Cirenei, l'Italia martire resse e trascinò la sua croce, la croce pesante ed infame sulla quale poi fu inclùodata, verberata, nutrita di fiele. E due nomi, due immagini, fiammeggiano su quel Calvario : alla base, Matteotti; sulla vetta, Amendola ».5 5 Dal volume curato da ALESSANDRO SCHIAVI: Esili-O e morte di Filippo Turati - 1926-1932 (Ed. « Opere Nuove», Roma), pp. 181-183. BibliotecaGino Bianco
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