Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

267 blema integrale della vita pubblica e sottolineò, senza equivoco né reticenza, l'antitesi delle due concezioni fascista e antifascista ». « L'Aventino segnò un tempo d'arresto nelle defaillances, gli equivoci, le indecisioni e le passività dell'opposizione, epilogando a perdita di vista sulle parole e le intenzioni di Mussolini per giustificare la suà inazione o le sue decisioni ». « Il fascismo, del pari, fu costretto a mostrarsi qual'era, colla sua intransigenza, la sua intolleranza, la sua tendenza " totalitaria,,.». « Fu merito dell'Aventino aver scoperto la vera fisonomia del regime e aver sollevato e mantenuto vivente per quanto fu possibile la questione morale, per cui il fascismo e Mussolini dovettero giustificare i loro atti sul delitto Matteotti e proclamare il diritto alla violenza ed alla sua moralità». « Nessuno, all'infuori dei membri dell'Aventino e dei loro fedeli, avrà per l'innanzi il diritto di pretendere di avere effettivamente difeso quegli stessi princìpi in una ,lotta essenzialmente morale, di aver rischiato per essi l'odio degli avversari e pagato di persona al punto da essere esclusi dalla stessa società civile. L'insuccesso non basta per negate le ragioni di essere. Queste vanno oltre una vittoria momentanea e la critica dei fatti compiuti». Il primo a subire la delusione sarebbe stato certo Giacomo Matteotti il quale aveva espresso i suoi pensieri così, secondo la citazione di Don Sturzo: · « I partiti della libertà avrebbero dovuto essere pronti e disposti alla guerr'a civile. Ma la speranza ... Ma il desiderio di pace ... ». Eppoi: « Guai all'Italia se oggi si potesse dire eh~ tutte le schiene piegano alla violenza. Guai a noi se il nostro popolo mostrasse Bibfioteca Gino Bianco

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