SULL'AVENTINO 257 ma ormai la faccenda del documento è di dominio pubblico e c'è da temere che anche questo dissenso trapeli. Il ritardo stesso è nocivo. « P.S. - Amendola è furibondo. « Ora converrà anche decidere se, dato che i popolari ricusassero, dobbiamo andar avanti noi anche senza di loro. « Il tradimento popolaresco· è anche in ciò : che essi fecero respingere l'idea del ricorso, sostenendo che bisognava fare invece questo atto - da cui ora fuggirebbero. « Gli altri pretesti "popolari" sono ridicoli a dirittura: illegalità delle pubblicazioni istruttorie, pericolo di un processo di calunnia (fosse vero!), ecc., ecc. « Oh! che mondo porco! E anche stupido ... » (Turati, 11 luglio). L'indomani l'impressione disastrosa della defezione dei popolari si attenua. « ... Più che di vera defezione, si deve parlare di esitanza e di renitenza, che il De Gasperi - il quale, da buon tedesco, è il più diritto e il più coraggioso di tutti - cercò di spiegare nel modo più onesto e più tranquillante. Stamattina insomma eravamo di buon umore (persino Amendola, che è tutto dire!) e il buon umore accomoda molti guai» (Turati, 12 luglio). Dunque, la discesa è decisa e si sta ripartendo il compito dei temi che i vari deputati dovranno svolgere nei loro discorsi, primo fra tutti Turati a far da buttafuori, convinto che si debba tenere una linea « battagliera, ferma e composta. Niente cencio rosso. Nessuna camaraderie, neppure il rituale " onorevoli colleghi ". Niente ostruzionismo meccanico o agitato, ma sostanziale e freddo» (Turati, 14 luglio). Dalla signora Anna affluiscono i compagni pro e contro il gesto della discesa. « Treves, Gonzales e Schiavi contrari; Della Torre, favorevole; Zibordi, fra il sì e il no, e del parere contrario; e quanto a me non desisto dal pensiero della necessità di fare un atto di vita » (Kuliscioff, 14 luglio). 17 - Giacomo Matteotti Biblioteca Gino Bianco
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