Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

244 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI che non è libidine di potere, che non è passione ignobile, ma è soltanto amore sconfinato e possente per la Patria». (Applausi. Viva Mussolini!). Il giorno stesso, così commenta Turati : « ... Il discorso del duce è interpretato come una sfida : le quarantotto ore sembra che preludano o a una ricomposizione del ministero con la esclusione dei due liberali o alla chiusura della sessione... « ... La chiusura della sessione potrebbe importare l'arresto di tutti : ciò che, secondo Gonzales, sarebbe un bene. Da chi ci farebbe giudica.re? Da tribunali ordinari, e forse neppure da tribunali di stato di assedio avremmo poco da temere. Instaurerebbe dei tribunali di guerra colla Milizia? O tutto ciò si riduce a uno dei soliti bluff s per disorientare e spaventare le passere? Va ttelapesca ! « Certo, le nuove minacce esigono uria risposta; che potrebbe consistere nell'atto di accusa (politica, non giuridica), avente in appendice il memoriale Filippelli, ecc. Ma non bisogna perdere la calma. Forse avevamo ragione noi di lamentare che si temporeggiasse troppo. I comunisti avevano in animo di rientrare nell'aula per fare essi il loro atto di accusa. Li diffidammo che avremmo ritenuto quella mossa un vero tradimento, nel quale avrebbero agito da strumenti di una probabile intesa fra il duce e l'ambasciatore russo, per riunire le opposizioni dell'aula alla maggioranza e seppellire per sempre la questione morale-criminale. In seguito a ciò e alla sfida del duce hanno abbandonato l'idea e forse manderanno uno dei loro a leggere una dichiarazione in occasione della mozione Soleri (o Ponzio), che pare si stia preparando; dichiarazione che non avrebbe alcun significato, a un dipresso come l'altra di Repossi che ben ricordi. « Stamane nel Gruppo la discussion~ fu molto animata, ma è inutile dartene notizia minuta, dacché la sassata del BibliotecaGino Bianco

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