Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

240 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI Lo abbiamo deposto in una camera tutta ornata di fiori e di ceri lacrimando in silenzio; ma poi fu intorno alto coro di singhiozzi quando la Madre abbracciò la cassa e disse la invocazione tenerissima e la invettiva indimenticabile! Altri c,omp.agni, il giorno dopo, hanno sollevato la bar,a in una apoteosi eroica (per il morto e per i vivi!) e l'hanno consacrata al cimitero . ... Ho visitato la tomba il giorno dei morti: il camp,os-anto nella fredda nebbia di novembrei pareva isolato dal mondo: il camp10 di tutte le miserie, di tutti gli sc.onsolati dolori, di tutti gli oblii: ma in fondo il sepolcro del Martire come per miracolo ardeva di garofani rossi; era sepolto, come difeso, sotto una coltre di fiori port,ati dai contadini del suo paese mandati dai fedeli di tutta I tali a. Sott'o gli occhi dei c-arabinieri vigilanti il sepolcro pauroso, passavano figure silenziose di lavoratori e di donne pie sotto lo scialle nero: e tutti si inginocchiavano come davanti al Santissimo i devoti nelle chiese. ·* ·Y.· ·* Mi ricordo un giorno alla Camera, lvlatteotti aveva lanciato una delle sue interruzioni diritte veloci e lucide come freccie d'oro: un deputato fascista gli aveva risposto (vanteria oscena di una loro vergogna): « Pr.ovi a ritornare in Polesine! ». Ecco, onorevole, è ritornato in Polesine: uomo ucciso, ma spirito vivo, anzi, immortale! È ritornato per ripartirne ad ogni alba e correre tutte le vie d'Italia ( ché ormai il pugnale di nessuna ceka più lo raggiunge!) ed entrare nelle case dei compagni di fede, dei perseguitati, degli spiriti liberi, degli uomini umani a dire le eterne parole di Giustizia e di Libertà. BibliotecaGino Bianco

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