236 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI « ... Le impazienze del pubblico sia per l'apparente inattività dell'Aventino, sia circa la convenienza di più vivi attacchi al fascismo, sono obiettivamente spiegabili, anche se non raggiungono il diajJason del semplicismo frenetico del chierichetto di cui ebbi la lettera minacciata, ma ti assicum che non si sta con le mani a]la cintola. Non ti posso dare molte spiegazioni in lettera sulla seduta dell'altra_ notte; credevo te ne avesse parlato Gonzales, ma forse egli pure crede necessaria la maggiore riservatezza. Il materiale esplosivo non manca e si raccoglie con cura. Ma è certo che ogni passo avventato e intempestivo sarebbe disastroso. Immagina soltanto per ipotesi che pubblicassimo ora una specie di ]' accuse formidabile; bisognerebbe pure investirne la Camera (ed anche il Senato) e ciò implicherebbe la nostra discesa da,ll'Aventino, perché certi documenti non si mandano a mezzo di un commesso. E la Camera o farebbe le revolverate o distruggerebbe tutto con un voto di acclamazione al governo che svaluterebbe a priori ogni cosa. Camminiamo insomma su un terreno pieno di pericoli e li valutiamo tutti ad uno ad uno » (Turati, 21 novembre). « ... Ormai Esercito, Magistratura, Senato, lo stesso Giolitti, credo, siano là in attesa del verbo dell'Aventino. Verrà poi ~ quando? Certo non può essere sostituito da qualche riunione politica proibita e per giunta fatta fuori di Roma » (Kuliscioff, 24 novembre). « ... L'orizzonte si oscura di nuovo, e svaniscono le speranze dei placidi tramonti » (Kuliscioff, 17 dicembre). BibliotecaGino Bianco
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