Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

216 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI lor.o libertà fonda mentali debbono essere affidate unica- . mente agli organi dello Stato; 2) alla repressione inesorabile di ogni illegalismo ed alla reintegrazione asS1oluta,nei confronti di tutti, dell'autorità della legge che è la stessa autorità dello Statò. Solo siffatti provvedimenti, congiunti ad un'azione generale di Governo ,equa e<dimparziale, ,che rispetti i diritti della missione necessaria e legittima delle Opposizioni, cancellando ogni distinzione fratricida tra la nazione e la così detta antinazione, possono rimuovere· le cause della crisi, ristabilendo le condizioni indispensabili . al pieno, libero e dignitoso esercizio del mandato parlamentare, e restituire all'Italia~ che si giova della molteplicità e avversità di pensieri, di azione, d'interessi dei partiti e delle classi, liberamente confluenti al suo progresso mat,eriale e morale, la pace che essa vuole: la pace nella lib-ertà e nella giustizia. L'impressione suscitata dalla commemorazione è scultoriamente espressa nelle due lettere che seguono. Anna scrive il 27 di giugno alle 16¼ : « Che giornata di emozioni, e di rinnovato stra:z.i.o. Le mani tremano e gli occhi sono velati! Alla prima ora del mattino lacrime sul tuo commovente ed emozionante articolo sulla "Giustizia". Alle 10 l'indimenticabile omaggio di popolo alla memoria del martire in piazza del Duomo ed ora in Galleria. Mentre suonavano le ore 10; tutti i presenti al· rito religioso si levarono i cappelli, le donne coi fazzoletti agli occhi, i trams fermi, altrettanto le carrozze ed autobus. Vidi ufficiali in divisa che fe:rmavan~ i ciclisti in corsa, obbligandoli a scendere dal veicolo, scoprirsi e riprendere la corsa quando si saranno mossi i trams. Due manigoldi vollero obbligare, all'arco della Galleria, un brumista di proseguire, ma egli si scoprì e non volle ubbidire Biblioteca Gino Bianco

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