212 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI smarrir.e il senno; Lui, padre di tre teneri bimbi, virgulti inconsci, che un giorno metteranno le spine, verso i quali Egli aveva tener,uzze di mabe, come, nell'intimità d,ella casa felice, pareva un figlio alla sposa. No! inferocire su questo idillio non era necessario! Altro-ve poteva la sorte cieoa ,e maligna eleggere il suo strumento di pac,e e di giustizia. E questa vecchi-a carcassa di chi oggi vi parla, che la vita ha tutta ormai sp,esa e che il proprio inverno avr,ebbe barattato con gioia per salvarvi la primavera superba del rwstro eroe, è oggi dilaniatta dal rammarico, direi dal rimorso, di non averlo vigilato abbastanza, di non essersi imp.osto, col peso della anzianità a cui forse Egli avrebbe obbe,dito, alle sue gagliarde imprudenze ... Lasciate, o colleghi, ch'io cessi queste parole, così impari, e che il singhiozzo minaccia di r.ompeie; ch'io dimentichi dove siamo e donde parliamo; ch'io mi inginocchi idealmente acca'n.toalla salma del figliolo predilett,o, e gli carezzi la fronte e gli chieda perdono della mia, .della nostra indegnità; e gli dica tutta la gratitudine nostra, la gratitudine di tutto un popolo. E gli giuri, a nome di voi tutti, che la Sua ombra, presto sarà placata! Dopo che ebbe finito di parlare il Turati, l'assemblea votava la mozione riportata a p. 194, ma riveduta e integrata nel testo che segue e che venne allora considerata tale da lasciare aperto uno spiraglio per una, sia pure difficile, intesa. Essa fu letta, con voce grave e commossa, dall'on. Tupini: L'Assemblea delle Opposizioni, riunita in Montecitorio il 27 giugno 1924; invia il su,o commosso saluto alla memoria di Giacomo Matteotti barb,aramen,te trucidato, che, oltre le diff,erenze Biblioteca Gino Bianco
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