Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

210 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI curée potesse germogliare la rigenerazione del Paese, che gli errori e le colpe fugaci di una massa illusa ( e non cerchiamo illusa da chi, e non domandiamoci se veramente esistano le colpe di un popolo) dovessero espiarsi, non col richiamo severo alla ragione, ma con la catena dei delitti, con la tregenda delle sopraffazioni esercitate su quel popolo; col dileggio di ogni umana dignità; con la tragedia del terrore, accoppiata alla coreografia di vetusti trionfi mal redivivi. Lo .credettero in buona fede; alcuni (sempre più radi) lo cred,ono ancora. Ma per poco, ormai. L'oscena leggenda è sfatata. Giacomo Matteotti l'ha dispersa; l'ha dispersa per sempre. L'edificio della iniquità e dell'ipocrisia crolla da ogni parte. Ah! sì. I masnadieri avevano mirato giusto, sopprimendo il nostro miglÙYM. Mirando al suo cu.ore, sapevano di mirare al nostro cuore. Ma ignoravano là sanzione inesorabile che fu sempre nelle vicende del mondo. Ignoravano - fu •confessato - che il ,delitto era sopra tutt-o un errore. Che la vittima sarebbe st'llltail giustiziere. Che la coscienza di un po,p·olo, che ha millenni di st,a,ria e di gloria, si assopis,ce, si comprime, ma 1W111.. si spegne. Che i morti non. p.esano soltanto, ma sopravvivono. Giacomo Matt.eotti vince mor,endo e ci acc•ompagna e ci guida. Se commemorazione è questa, se questo è un lugubr,e rit.o, non è l'epicedio sul suo tumulo ignorato, non è la rico>nsacrazion,edi u.na satma che non pu~ riapparire e che più è pres,e.nte quanto più è assente e· celata. Altro è oggi il funerale. Altri so:nio i morti. L'edificio dell'iniquità e dell'ipocrisia cr,olla da ogni parte. Neppure la speculazione ultima e più scaltra ed audace - quella sulla noS'tra speculO!Zione - ha alito ed ali per reggersi. Lo sguardo vitreo della vittima illumina un panorama d'inf,amia che i più non sospettavano ancora. BibliotecaGino Bian·co

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