E IL RE, COSA DICE, COSA FA? Era questa la domanda che gli italiani si ponevano, volgendo gli occhi al Quirinale, come organo di giustizia. Dal re c'è stato Sforza e ne ha riferito a Turati che ne dà notizia ad Anna (23 giugno): « Gli parlò vibratamente, gli disse molte cose in segreto ermetico, che mi affretterei a riferirti se ne valesse la pena; ma non valgono affatto. Nulla». · E lo confermano le informazioni che s1 possono attingere a varie fonti. Scrive Salvatorelli: 1 « Sarebbe stata necessaria da parte del re una decisione energica e coraggiosa per esonerare il Presidente del Consiglio dei Ministri dalla sua carica e affidare il governo a un altro. Ma Vittorio Emanuele fu sempre incapace di decisioni energiche e coraggiose. Influirono su di lui, oltre alla debolezza congenita, forse la paura che ormai aveva di Mussolini, forse lo spettro delle tendenze antimonarchiche e sediziose di cui Mussolini accusava gli avversari, forse le sue professioni di lealismo verso la corona o di devozione alla patria, forse tutte queste cose assieme». 1 LUIGI SALVATORELLI e GIOVANNI MIRA, Storia del fascismo - L'Italia dal 1919 al 1945, Edizioni di Novissima, Roma, 1952. Bibliot~ca Gino.Bianco J
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