Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

192 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI « Ma ormai il regime del cnmme è minato da tutte le parti, in basso, in alto, a Corte, nel giornalismo, nella maggioranza. Scappano tutti cominciando dagli industriali. Sentono odore di morto. Fra un paio di giorni cesserà le sue pubblicazioni anche l'" Impero", come oggi è cessàto il " Corriere Italiano ", come sono scappati tutti i fiancheggiatori, e non resta che l"' Idea Nazionale ", più federzoniana che mussoliniana, tanto che non si può dire se sia l'amico o il nemico. « A Corte tentennano. Scapperanno anche loro quando vedranno la partita perduta, fradicio il palo a cui si appoggiavano. Anche Del Croix, in seguito ad un colloquio con un nostro amico che puoi indovinare, colloquio durato tre ore, e durante il quale quell'infelice è svenuto per l'emozione, crede che non resti all'altissimo che ritirarsi. Lo farà? non lo farà? gli permetteranno di farlo quelli che solo nelle violenze trovano la possibilità delle pingui mangianze? Un supplemento al " Popolo" con nuove rivelazioni di Finzi - anch'esse opera di chi immagini - fa una impressione profonda tanto che si temeva qualche disordine ». « ... Abbiamo stabilito tutto pel 25 giugno - mercoledì - salvo il documento della convocazione delle minoranze che dovremo redigere io, Gronchi, Di Cesarò e qualche altro. Le fabbriche sospenderanno il lavoro alle 16 invece delle 17; un manifesto della Confederazione darà le istruzioni occorrenti, perché la manifestazione sia d,i cordoglio e non dia luogo a incidenti. C'è da temere dai fascisti e dai comunisti. Ma è possibile che gli industriali, almeno nella nostra città, tanto li ha preso la fifa, facciano essi suonare le sirene ». Ma il « Popolo d'Italia» (19 giugno) riprende il tono minaccioso e denigratorio verso le opposizioni: « Se è necessario dirlo, - scrive - fu precisamente Mussolini che BibliotecaGino Bianco

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