IL MARTIRIO 181 « ... I popolari pare che tengan duro con n01 » (Turati, 15 giugno). Corrono le voci pm strane : dimissioni di Mussolini; scandali enormi superiori ad ogni immaginazione alle viste. Ecco le ultime parole che sarebbero state dette da Matteotti sotto il pugnale dei sicari : « Uccidete me, ma l'idea che è in m.e n,an la ucciderete mai ... La mia idrea no.n muore ... I miei bambini si glorieranno diel loro padre... I lavoratori b,ene,dirann,o il mi'O cadav,ere ». « C'è da piangere e da compiacersi », esclama Turati. « Le dovremo incidere nel luogo». Anna ne dubita : « ... Le parole del povero Matteotti, riferite da un fascista come dette dal Volpi, sono verosimili, ma credo che siano state inventate. Ciò che mi fece dubitare della loro verità è la invocazione alla vendetta, che faranno i suoi figli! Ciò non è in istile di Matteotti, e dinanzi ai suoi assassini non avrebbe voluto, per pudore di sentimento, nominare i propri figli ». averlo consigliato con insistenza ad andarsene dal Governo, ma Mussolini, dopo qualche attimo di meditaz·one gli rispose: « Col sangue sono venuto, col sangue dovranno mandarmi via». Quello di Giacomo Matteotti non era bastato. Ce ne vollero dei fiumi ed infine anche il suo. Che è la sorte di tutte le dittature. L'Aventino, costituitosi coi deputati dell'opposizione fuorusciti dall'aula parlamentare, fu per mesi e mesi, come vedremo, un continuo alternarsi di energici propositi e di subitanei afflosciamenti, di concorda.nze e discordanze nei partiti che lo formavano, di decisioni di rientrare nell'aula annullate dalla ritrosia dei «popolari», mentre il paese attendeva e sperava. Biblioteca Gino Bianco
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