180 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI sul luogo del ratto; vi trovammo funzionari e guardie che ci dissero che non lo facessimo perché c'era l'ordine di toglierli; infatti avevano già tolto tutti i fiori lasciati prima. Noi li lasciammo lo stesso protestando e non osarono sgomberarli in presenza nostra ». « Ieri sera fui oggetto di una dimostrazione in Piazza Colonna. Applausi nutriti anche dal balcone affollato del1'Associazione della Stampa. I fascisti dietro. Viva Turati e abbasso agli assassini. Mi rifugiai nella Camera, il cui portone era stato chiuso, e feci riaprire battendo e forzando i carabinieri. Credono di potere cominciare a respirare. Avrai visto il successo di Bencivenga alla Presidenza della Associazione della Stampa che nessuno si attendeva. Un rivolgimento c'è ».7 7 C'era, infatti, allo stato potenziale, un rivolgimento nell'opinione pubblica, e molte « cimici » fasciste furono fatte saltare dall'occhiello. A proposito delle incertezze, degli indugi, dei dubbi dell'Opposiziope lamentati da Filippo, raccontava il forlivese Agenore· Guberti che, una decina di giorni dopo l'assassinio, Mario Santarelli - anch'egli morto giovane - si recò a Roma alla redazione della « Voce Repubblicana» per avvertire che in Romagna un gruppo di uomini armati e decisi erano pronti per scendere alla capitale e impadronirsi della persona di Mussolini. Egli fu accolto da taluni con sorrisi di scherno per la superfluità del proposito, da altri coll'insinuazione che · il tentativo sarebbe stato inutile in quanto il fascismo era già a terra, come una vescica sgonfiata, e Amendola aveva dato per certo esser tutto combinato col re per cessare la tragica avventura. Fu anche detto in quei giorni che Mussolini aveva già fatto preparare, per fuggire, un aeroplano al campo di Ciampino, dove sarebbe stato raggiunto e fermato da Farinacci e Arpinati i quali gli ingiunsero di ritornare a Roma e di « puntare i piedi ». Come fece infatti. Raccontava Francesco Bonavita - altro romagnolo - di BibliotecaGino Bianco
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