Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

IL MARTIRIO 177 un manoscritto destinato all"' !~pero" (dove però non uscì) che esaltava il delitto contro il " provocatore " Matteotti. I fatti sbalorditivi che si raccontano alla Camera non te li posso tutti riferire. Certo la confusione è al colmo: ma dei consumati delinquenti come quelli avranno ragione di tutti i pavidi che hanno di fronte. Quel Comitato delle Opposizioni è una vera pietà.• Neppure il cadavere presente del povero Matteotti, che vediamo senza averlo visto, che avremmo potuto gettare nella seduta di :ieri davanti al · banco del Governo e tenervelo ritto come una maledizione, neppure esso ha virtù di infondere un briciolo di coraggio in nessuno di noi. Sentiamo che Io massacriamo una seconda volta e che non ci deve perdonare. « Nessuno potrà sostituirlo nella Segreteria del Gruppo e del Partito. Come avviene sempre coi morti, oggi che è sparito, sentiamo qual valore avesse e come sia stato ucciso in lui il ganglio più vitale del partito. Ah! se han ben colpito! Noi saremo probabilmente risparmiati in virtù del nostro non valore, non voglio dire della nostra viltà » (Turati, 14 giugno). Si cominciano ad arrestare i presunti esecutori del delitto; ma non basta, avverte la «Giustizia» (15 giugno): occorre arrestare· anche « i mandanti ». Il « Mondo » parla di Mano Nera: la scomparsa dell'on. Matteotti è soltanto il sintomo più grave e più impressionante della attività criminosa di una vera e propria « Mano Nera» che per venti mesi ha operato nell'ombra di alti, altissimi paraventi fascisti. ·È contro questa « Mano Nera» che si volge ora la legittima indignazione della coscienza nazionale. È contro di essa che si invoca da ogni parte un'azione risolutiva e purificante, la quale liberi finalmente la vita pubblica del nostro pàese dalla tenebrosa minaccia che grava su di essa per volontà di una banda 12 - Giacomo Malteolh BibliotecaGino Bianco

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