Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

174 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI L'indomani, 14, la stessa : « Ma quel discorso di Mussolini ieri alla Camera è lo specchio della sua psicologia : arido, preoccupato più della sua posizione in seguito alla tragedia Matteotti per finire colla solita minaccia. Avrebbe potuto trovare il bel gesto di assicurare l'opinione pubblica che andrà sino in fondo se si doveva anche lasciare il potere. Ma è meglio che non l'abbia trovato». Il corpo di Giacomo non si trova, non viene consegnato, e la povera vedova vorrebbe riaverlo ed è come vaneggiante, « ... probabilmente come suggestionata dalle sue nuove custodi, minaccia di perdere la testa· del tutto. Oggi fu introdotta alla Camera e voleva un colloquio con Mussolini, essendosi fissata che le si voleva sottrarre la salma del marito. Ci vollero i savii e i matti per persuaderla a rincasare. Ora ha l'impressione che noi la si osteggi pel nostro particolare vantaggio. Sembra già la demenza » (Turati, 13 giugno). « Quel che dici della povera moglie di Matteotti è straziante; capisco la sua fissazione di volere avere la salma di suo marito, ma sarebbe una vera opera di umanità non farglielo vedere, perché chissà che scempio avranno fatto di quel povero corpo » (Kuliscioff, 14 giugno). « .. .Ieri sera mi adoperai a smontare le sue visioni macabre, persuadendola che o Giacomo è ancora vivo (avevo ancora il coraggio di sostenerle questo filo di speranza!!) oppure fu ucciso sul colpo. Le rimproverai dolcemente la sua visita al duce, e bastò questo per una nuova convulsione di lagrime e di giuramenti " che non aveva inteso di tradire il suo morto " ecc. ecc. Ci volle molto tempo a placarla. L'ho persuasa subito a costituirsi parte civile e oggi stesso Modigliani va da lei per le pratiche inerenti. BibliotecaGino Bianco

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