Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

IL MARTIRIO 163 Coloro che hanno così delittuosamente operato o signori, chiunque essi siano, non possono e non debbono considerarsi nei ranghi di un partito politico qualsiasi (approvazioni); essi . appartengono a quella zona grigia che nei momenti di trapassi rivoluzi<0nari fatalmente affiora - è affiorata sempre - al ciglio della lotta civile, ai margini non controllati e non controllabili delle parti, di tutte le parti in contrasto. Queste zone grigie non sono contro una legge, come noi fummo, ma sono contro la legge. E quando _ un nuovo stato di diritto si crea, ed è frutto di angosciose vigilie e di innumeri sacrifici di sangue fecondi, il delitto rimane pur sempre per costoro, al di fuori di ogni morale civile ed umana, l'ultimo feroce, disperato tentativo di resistenza al nuovo equilibrio, alla nuova legge che li espelle fatalmente, come elementi impuri, dalla propria orbita e dal proprio seno. (Approv,aziom"). Bisogna pur dire che gli aggressori dell'on. Matteotti non hanno compiuto un delitto contro il socialismo; essi lo hanno bensì compiuto - e gravissimo - contro il fascismo, contro il tronco essen~ale del nostro movimento rivoluzionario e la sua ragione d'essere più che mai vitale ed umana; contro la nostra diuturna, incessante fatica di conquistare alla Patria, ancora dolorante per _lo spasimo . di tutte le sue ferite, un'anima fatta di fierezza e di nobiltà, di restituirle il cuore operoso e concorde di tutti i suoi figli. Ma il fascismo, o signori, non entra in tutto ciò. Ed è per questo che il problema cambia improvvisamente faccia. Vi è un reato comune e vi sono responsabilità penali che saranno configurate e definite dalla polizia e dalla magistratura. Ma al di sopra di questo potrebbero delinearsi qui dentro, in quest'Aula, altre responsabilità. L'episodio grottesco, di cui è stato iersera protagonista l'on. Chiesa, è un premeditato e calcolato tentativo; mal calcolato tuttavia. Biblioteca Gino Bianco

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