156 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI che non giungono fino alla tribuna della stampa, ed anche l'on. Ciano, che sta all'estremità del banco del Governo verso sinistra, in piedi, investe l'on. Chiesa. Si vedono pure agitarsi gli onorevoli Acerbo e Finzi. Il Presidente deplora la parola detta dall'on. Chiesa che domanda di parlare per spiegarsi, ed egli invita la maggioranza a lasciarlo dire, ma dalla destra· si risponde: « No, no! Non deve parlare! ». Allora Turati, in piedi, grida, verso il banco del Governo : « Le vostre parole sono segni di ipocrisia! ». Da destra si ribatte violentemente, e i questori debbono durare gran fatica a tenere a bada i più scalmanati, che ogni tanto sembrano volersi scagliare verso l'estrema. Finalmente il Presidente scampanellando ancora e con ripetuti richiami riesce a ristabilire un certo silenzio. Chiesa dice : « Nessuno oserà credere che io abbia mai voluto chiamare complice il Presidente del Consiglio di ribaldi che possono aver rapito il nostro collega. Avevo detto una parola ed era questa : " Parli il Presidente del Consiglio ". Egli è rimasto immobile, e questa è la complicità! ». Nuovo più violento putiferio dominando il quale l'onorevole Chiesa riprende : « Ho detto che avrei voluto che il capo del Governo dicesse una di quelle parole incisive che egli sa dire quando vuole. Una parola, insomma, in cui si sentisse vibrare un fremito di orrore contro .l'infame responsabilità, in maniera che la sentisse, commovendosi, il Paese. Tale parola sarebbe stata anche una prova della sincerità con cui l'on. Mussolini desidera la pace ».2 2 « Corriere della sera» e «Stampa», 13 giugno 1924. BibliotecaGino Bianéo
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