Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

154 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI devano aver visto Matteotti alle 19 o 19,30 di martedì ritornare verso casa da Piazza Campo Marzio (Casini) e dal lungo Tevere, passeggiata di Ripetta (Lazzari) si erano ingannati. Abbiamo il testimonio, che fu interrogato dal Questore in Questura e poi da Treves e da Bocconi recatisi sul posto, il quale, dalla sua finestra nei pressi di via Mancini, circa alle 16,30 di martedì, vide l'automobile appostata, mandati via i ragazzi che erano in quella località, e cinque persone afferrare il nostro amico, che era uscito allora da casa, e gettarlo, invano divincolantesi, nella automobile. Scese per vedere meglio e l'automobile era già partita non si sa in quale direzione. Se il povero Matteotti in questo momento sia ancor vivo, nessuno potrebbe dirlo : ma purtroppo sembra impossibile che i rapitori vogliano lasciar vivo il testimonio delle loro gesta. Ci siamo radunati in Gruppo, cui intervennero anche rappresentanti degli altri Gruppi di Opposizione solidali con noi, e abbiamo incaricato Gonzales di parlarne in fine di seduta, chiedendo al Presidente della Camera, al Governo, alla Camera tutta, che cosa intendono fare. Volevano incaricare me come presidente del Gruppo, ma io mi sento troppo male in gambe - anche nel senso proprio della parola - e sono più sicuro di Gonzales che di me stesso ».1 Ed ecco, in fine di seduta alla Camera, Mussolini s1 alza fra segni di vivissima attenzione, e dice : « Credo che la Camera sia ansiosa di avere notlZle sulla sorte dell'on. Matteotti scomparso nel pomeriggio di martedì, improvvisamente, in circostanze di tempo e di luogo 1 Le lettere qui citate sono tratte dal voi. VI (in corso di stampa) del Carteggio Turati-Kuliscioff (Ed. Einaudi, Torino) e in parte apparvero, in estratto, nell'opuscolo La tragedia di Giacomo Matteotti (Editrice Socialista Romagnola, Forlì, 1945). BibliotecaGino Bianco

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