Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

136 LAVITAE L'OPERA DI GIACOMOMATTEOTTI tentare una specie di partito Amendola-Albertini. Ruini vedrà Albertini domani; e, se questi accetta, farebbero un manifesto con 40 o 50 firme, che sono suppergiù gli stessi uomini del " Controllo ", senza i popolari e senza i socialisti neppure unitari. Prampolini trovava che va benissimo. E passino pure. Ma il colloquio avrà almeno la conseguenza che quel che pareva un plagio e un contraltare si caratterizzi meglio per quello che vuol essere ». Il giorno 3 di giugno, dimostrazione di 2 o 300 fascisti in piazza Montecitario, insultando gli on.li Amendola, Bencivenga, Labriola, Zaniboni che rispondevano vivacemente alle ingiurie e difendendosi anche da qualche colpo di bastone. Alcuni fascisti essendosi messi a seguire l'on. Matteotti, il quale da solo si recava da Montecitorio al palazzo dei telegrafi, egli fu avvicinato dall'on. Giunta che gli si offerse di accompagnarlo e proteggerlo. Matteotti lo ha ringraziato, ma ha voluto proseguire da solo ed ha potuto raggiungere S. Silvestro senza noie. Il 4 di giugno Matteotti chiede la parola per fatto personale. MATTEOTTI- Se non ho male udito, il deputato Barbiellini ha rivolto a me personalmente, durante il discorso dell'onorevole Facchinetti, la seguente frase: « venditore di esoneri » ! Se la frase vuole essere diffamatoria a carico mio personale - e il fatto sarebbe veramente vergognoso - io lo prego di precisare, di determinare specificamente domani su di un giornale ·noto, possibilmente di Roma, le sue accuse in maniera che io possa querelarlo; o altrimenti depositi presso la Presidenza documenti dai quali questo risulti : se io sono un deputato indegno od il signor Barbiellini un volgare diffamatore. (Rumori - Interruzioni). BibliotecaGino Bianco

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