Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

PREFAZIONE nei riguardi dei pi,ccoli, Matteotti. non fu mai animato dal piacere ,di raggiungere l'avversario, di dominare, di essere il più forte, né mai si lasciò guidare dall'irritazione, dalla collera, dal disprezw, se non proprio dall'odio, di cui erano compenetrati i suoi avversari e che ,essi prodigavano contro chiunque non obbedisse all',ideologia di cui avevano fatto il loro idolo. E così venne, per lui, il fatale pomeriggio del 10 giugno 1924. Ed e,cco che l'opinione pubblica italiana si sveglia come dinnanzi ad un ,evento soprannaturale che è f,oriero di un rovesciamento della situazione politica per un ritorno ad un regime di libertà, e ansiosa attende che le rappresentanze antifasciste, e, più in alto ancora, quelle dinastiche, di fronte ad un così orrend,o scempio della personalità di un eletto del Paese, fuori e dentro al Parlamento muovano e sommuovano le acque putride del regime e lo spazzino via, in nome del rispetto della Carta statutaria. Frattanto, mentre si cercava il corpo trafugato del povero ucciso, si armeggiava sottilmente negli organi di Governo e di polizia per togliere al misfatto il suo vero carattere crimin'oso, per eludere le accuse denunciatrici degli assassini e, quel che più conta, dei mandanti, anzi, del mandante, lo smarrimento, la paura, il desiderio di fuga, l'ansia di rinnegament,o della « cimioe », invadevano e percorrevano le file dei militi e degli iscritti al Partito, e, .all'incontr~, propositi di esecuzione del « Capo », stringevano assieme gruppi di antifascisti pronti à sc,endere nella capitale. I deputati e i senatori· d.ell'Opposizione disertarono le aule del Parlamento e si ar11occaronosull'Aventin,o, confidando di rappr.esentare così davanti al Paese il segnacolo in vessillo della rivolta e lasciando libera la parola e l'azione BibliotecaGinoBianco

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