Alessandro Schiavi - La vita e l'opera di Giacomo Matteotti

116 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI (28 gennaio 1924) dell'iniziativa perché « non credo molto nella efficacia del tentativo, ma comprendo come, nella presente situazione, non ci sia nulla di inutile se è volto a schiarire un po' l'orizzonte». Aderiscono Vito Reale, Tito Zàniboni, Guido Celli, Mario Berlinguer, Carlo Sforza. Matteotti ha una trovata, e ne scrive a Turati (28 gennaio 1924): Caro Turati, ho trovata un'azione immediata che potrebbe svolgere il controllo, e che, con uomini del controllo meno politicamente compromessi, potrebbe essere portata a conoscenza. La legge elettorale è perfida; ma contiene un elemento buono: la scheda di Stato, con relativa cabina e altre forme di segreto. Ci potrebbero essere subito persone del controllo, anche piccoli avvocati o altre minori persone, che andassero attorno, specialmente nei piccoli centri o nei quartieri operai, a spiegare in piccole conferenze il meccanismo e il segreto della scheda; e i mezzi coi quali il cittadino può difendere quel segreto. Tale spiegazione, s'intende apolitica, potrebbe essere diffusissima, interessante e facile. Non sarebbe poi da escludere che, successivamente, il controllo disponesse altre azioni per controllare il rispetto della legge e del segreto elettorale. Sappimi dire qualcosa, e se non mi sono spiegato bene per ora, ti riscriverò. 2 Ciao. MATTEOTTI 2 Da Filippo Turati attraverso le lettere di corrispondenti (ed. Laterza), p. 263. Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==