• 110 LA VITA E L'OPERA DI GIACOMO MATTEOTTI strade invidiarono i nuovi arricchiti, urlarono troppo, minacciarono troppo, esagerarono; fu necessaria la predica della misura, della moderazione, della calma. Ma la predica che continuava e persuadeva, mentre la reazione avversaria si scatenava accusando di viltà chi repugnava dalla guerra civile: la predica che continua dopo che la lezione dei fatti e l'espiazione troppo a lungo e duramente si sono infitte nella povera carne tormentata; quella predica non ha più ragione di insistere. Assomiglia troppo a quell'altra forma di viltà, eh' è in uso oggi presso i rivoluzionarissimi, secondo la quale il Governo attuale è uguale a tutti gli altri governi borghesi . .. Sì, noi dobbiaJmo riconoscere e ripetere: alle maggiManze liberamente espresse, il diritto di governare, di dettare leggi e di difendersi dalle minoranze faziose che tentassero sopraffarle. Stolta è la lusinga di redimere il proletariato con la conquista violenta e con la dittatura dei pochi che presumono averne la investitura. Ma, appunto in correlazione a tale riconoscimento, che per noi è fondamento di vita civile, un'altra cosa oggi importa: il diritto delle minoranze all'esistenza e alla propaganda civile. Lo disconoscono i prepotenti armati di moschetto e digiuni di conoscenza e di civiltà, che oggi comandano. Non osano più rivendicarlo gli oppressi, che temono per sé, per le loro famiglie, per il loro salario, per la loro tranquillità. Tocca ai giovani rivendicarlo, con energia, con dignità, con fierezza, con sacrificio, con pericolo! Sacrificio inutile - diranno i prudenti - perché i dominatori hanno tutti gli strumenti della forza e gli oppressi sono inermi. Sacrificio utile - diciamo noi - perché tutte le grandi cause della civiltà hanno dovuto avere prima le loro vittime, i loro martiri, gli inutili eroz, che hanno aperto gli ,occhi e la strada agli altri. BibliotecaGino Bianco
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