COI COMUNISTI; NO Matteotti, instancabile, pieno del consueto fervore, anima, recrimina, ribatte e combatte sia per raddrizzare le gambe alla « Giustizia», sia per preparare la riunione di Torino, e il 9 di gennaio 1924 chiude la sua lettera a Turati : « Insomma il disfattismo trova tutti i pretesti e tutte le ragioni. E mi duole soprattutto quando arriva a far presa su di te che eri uno dei pochissimi che resistevi all'inerzia dei molti. Io non comprendo codesto eterno dire e disdire; per me le cose stabilite restano; e tutte quelle che sono state votate dalla Direzione, per me sono in via di esecuzione. Se ciò non va, dite di riconvocare la Direzione, affinché provveda altrimenti. Io, C?SÌ non vado avanti». Frattanto, comunisti da un lato, liberali e socialisti dall'altro, comprendono il danno della divisione e dell'isolamento, e propongono blocchi e unioni. Per il Partito Comunista d'Italia, Palmiro Togliatti scrive al Partito Socialista Unitario proponendo un blocco elettorale che Matteotti nettamente rifiuta con questa lettera : A P. Togliatti, per il Partito Comunista d'Italia Ho ricevuto oggi la vostra lettera 24 corr. con allegata copia della deliberazione del vostro Comitato centrale già comunicata alla stampa. Voi ci proponete, in sostanza, un blocco elettorale, ma Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==