Psiup e Pci di RE - Giacomo Matteotti e tutti i caduti per la libertà

Ma, come abbiamo visto, uccidendo lui non s1 e ucciso lo spirito che lo animava, che divenne spirito di tutto il popolo italiano e speci'almente della classe lavoratrice che ha continuato ad opporsi e che nel 1943 con gli scioperi di Torino e di Milano (io cito Torino e Milano percbè è là dove si fa la storia d'Italia, ·non certamente a Roma), pose le premesse per il 25 luglio che segnò l'inizio della vera disfatta del fascismo. E' venuta dopo la brigata nera,· è vero, protetta dai tedeschi; è venuta, si è macchiata di delitti, ma io dico che quasi era necessario: non potev·a cadere il fascismo come un movimento qualunque che ha fallito il suo scopo. Prima di cadere doveva rivelarsi ancora una volta quello che era: una masnada di criminali che doveva fare la fine che ba fatto. Come onorare i nostri Martiri. Noi commemoriamo oggi G. Matteotti e con Lui e per Lui e nel Suo nome tutti coloro che hanno dato la loro vita per noi, per la nostra libertà. Ma G. Matteotti e tutti costoro noi li dovremo onorare (non soltanto commemorare) e gnorarli operando, lavorando ciascuno nel suo campo, ciascuno secondo le proprie possibilità, specialmente voi giovani cui incombe la responsabilità di essere gli artefici del domani di questo nostro Paese. Non siate assenti o giovani, per carità; non siate at;senti percbè il corpo martoriato del nostro Paese grida: aiutai aiuta!, e solo voi, con il vostro ·!-dancio, con la vostra volontà attiva, potrete portare l'aiuto che questo Paese, che questo popolo richiedono. Biblioteca Gino Bianco

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