Renato Marmiroli - Giacomo Matteotti

18 - La Libertà è l'ossigeno senza di che l' uomo è preso dall'asfissia. Chi farnetica di dittature, di qualsiasi colore o provenienza esse siano non importa, ·chi in no_me di un'ideologia impedisce ad un altro uomo la libera esplicazione ·di un diritto che non offenda il diritto altrui, non può comprendere il sacrificio di Giacomo Matteotti. Ond' è ché quando certi uomini e certi partiti, che la libertà e la democrazia rinnegano anche se l'affermano sulla bocca meretrice, s'impossessano di Giacomo Matteotti per farne oggetto di comizio, c'è da sentirne sdegno e vergogna. Oh, Matteotti, martire nostro, tu non meriti tanto oltraggio I T,1 insegnasti, - sulle orme di Dante e di Mazzini e dei mille e mille d'ogni tempo e d'ogni paese, illustri od oscuri, che patirono □ elle galere o affrontarono il patibolo - che ~ la santa Libertà non è fanciulla da poco rame». E!la è augusta ed alta, ella è una madonna, e non conosce nè le bassezze dei cortigiani, nè le viltà dei furbi. Ama esser servita da spiriti puri e forti, che sappian far getto anche della vita, se necessario. Matteotti fu di questi. Egli la servì in purezza e si offerse consapevole al sacrificio. Egli si aggiunse ad una coorte di màrtiri, che son come le pietre miliari nel cammino dell'umanità. Noi dobbiamo raccoglierne l'insegnamento e soltanto facendo spirito nostro quel che fu il sacrificio di Matteotti, avremo bene meritato e ci sentiremo tranquilli □ ella nostra cosèienza. Ricordando Matteotti pochi giorni dopo che ne era stato .scoperto il" cada vere, Filippo Turati, ai deputati delle Opposizioni parlamentari riuniti come ad un rito, ammoniva: « Signori, dall'eccidio di Giacomo Matteotti la nuova storia d'Italia incomincia. A noi un solo còrnpito: esserne degni». · Ma noi non ne saremo degni se non quando avremo seguito il suo insegnamento amando e servendo in purezza di spirito e in umiltà di cuore l' Idea per la quale egli ba fallo getto della vita. · [ Morti ci precedono e ci additano il cammino. Ormai son legione, e a noi non resta, o compagni, che l'ufficio doveroso e pio di onorarli. Biblioteca Gino Bianco

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