-7che, dopo il suo giorno estremo, diluvino seracchi sul suo nome e sulla sua memoria. E' ambizioso ma la sua ambizione è piccola, è bassa: cortomirante; tende a conquistare sempre l'applauso del momento; seppur gli costi la maledizione dei secoli. · Tutti gli atti di Benito Mussolini hanno il mar,chio della sua mediocrità, il suggello dèlla sua volgarità; egli compie un gesto, pronuncia un discorso solo per suscitare un uragano di commenti entusiastici della sua stampa pagata, del suo. partito mantenuto, si compiace degli alalà dei suoi sgherri, detta loro le formule della lode abjetta e s'inebbria sentendosela echeggiare all'orecchio. Ignora l'esistenza del tribunale della storia che liberamente giudica e accoglie soltanto la testimonianza dei liberi. Non sa che; 111entre l'aria rintrona degli evviva cortigiani dei venduti, in cento sofflte .cento penne avvelenate fissano ·su carte che invano si tenta di distruggere H documento che svela il trucco, che eterna la vergogna, che tras·mette ai millenni la condanna. Benito Mussolini non aveva ingegno, non aveva nessuna solida preparazione culturale e politica, non aveva nemmeno ancora l'abitudine, la consuetudine del parlamento, non aveva nessuna idea intorno al ·funzionamento degli organi de,l governo. Portò dunque al governo una novità: la sua spaventosa ignoranza. E quelli che ammiravano in lui il giornalista da trivio e l'oratore da osteria si compiacquero di vederlo al potere, di sentire echeggiare finalmente nell'aula di Montecitorio le invettive e le minacce che echeggiano a notte nei vicoli bui della malavita. Quando H popolo napoletano, con un corteo meravigliose lustrante al sole d'acciai e di sete, seguiva Masaniello alla cattedrale per investirlo della suprema autorità, il demagogo si fermò a un tratto e fece fermare palafreni recailcilranti e armigeri, dignitari e ambasciatori, berline di dame Biblioteca Gino Bianco
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