Mario Mariani - Matteotti

-44ohe l'abbiam perduto subito. E noi pochi dovremmo riconquistare per tutti gli inetti, per tutti gli imbelli, per tutti g:li ignavi quella libertà .che il gregge non seppe conquistare mai, che gli venne di Francia coEe una derrata d'importazione., che s'è lasc.iata portar via plaudendo dal primo vil1lan rifatto che ha voluto togliergliela? Congiure? Colpi di mano? Che cosa otterremmo? Credi tu che l'avremmo mutato il gregge? Come oggi Mussolini gli impone la schiavitù, noi dovremmo imporgli la libertà? Pongo un problema: è ver{J,Ubertà la libertà imposta? Forse il gregge non ci sarebbe grato d,el dono, non saprebbe conservarlo a lungo. La libertà si conquista da tutti, col dolore e col sangue di tutti ». Avevo camminato per anni invano ·come l'innamorato della :favola, consumato più çli sette paia di scarpe, e non avevo versato lacrime perchè l'odio ne aveva inaridita la fonte. Sette lunghi anni! Avevo domandato, povero zingaro della ribellione, che qualcuno m'assegnasse un posto, mi desse un ordine, mi mostrasse una bandiera; domandato un angolo di strada, una trincea per morire non da coniglio, ma da soldato tra camerati. E tutti m'insegnavano soltanto. d'offrire la gola al coltello! Insorsi anche contro di lui. Levai la mano oltre la striscia nera della punta di Santlt. Margherita dove sapevamo che sonnecchiava la vecchia:· e nuova dominatrice marmorea che bagna i piedi nel golfo, attige coi capelli le stelle e dal mare dal monte dal cielo avrebbe .dovuto attingere l'ossessione delle libertà sconfinate dissi: - Uno? Pochi? Che importa? Senta ciascuno· di noi che c'è un dovere da compiere. Dovere. La parola è nata, per. Biblioteca Gino'Bianco

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