Mario Mariani - Matteotti

-43Hanno voluto ch'io parlassi a Milano ..... Una delusione!... .• Io no•n sono oratore ». - Basta un grido! - Oh! no. Io l'ho lanciato quel grido. Solo, fra quattro o cinque mila fascisti. E' caduto senza eco in· un abisso di silenzio. E mi ha quasi costato la vita. Ma che importerebbe la vita? Gli è che io non ho più la vostra visione del presente· fenomeno. Io penso che il popolo italiano debba· subire a lungo questa lenta espiazione. Quando un popolo è fradicio, manca di senso morale e di dignità civica, di coscienza, di coraggio, d'amore della libertà, cotesto popolo ha bisogno di una tirannia che duri e infierisca, d'una diuturna oppressione che lo sevizii e lo soffochi. Bisogna che i torti che subisce ogni giorno gli diano il disperato coraggio di conquistare una legge e vigilarne l'inviolabilità. Ma tutto questo non s'improvvisa, non può essere opera d'un giorno, forse nemmeno l'opera d'una generazione; certo non può e, secondo me, non deve essere l'opera di pochi. Da cinque anni assistiamo in Italia allo sfacelo di tutte le resistenzee di tutti H partiti. II fascismo piega e corrompe e i rarissimi che rimangon aldi al loro posto vi rimangono per dovere, senza speranza. I più si vendono, si rannicchiano, s'imboscano. II popolo, la grande maggioranza del poQolo italiano che il giorna- " nalismo d'opposizione, l'opposizione, tu ed io ci illudiamo di rappresentare è una massa amorfa ed abulica, senza volontà e senz'anima, un gregge che domanda solo di brucare pochi fili d'erba stenta e se i'l vergara, per p·ararlo qua e là, picchia forte si volge appena e trotterella più oltre. Si sconta oggi la facilità della conquista di ieri, la ventata di fortuna del secolo scorso. Confusa la libertà con l'indipendenza un pugno di garibaldini e la necessità dell'equilibrio europeo ci regalarono il maggiore dei beni. C'era costato così poco Biblioteca Gino Bianco

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