-42- ; .. •• Ero andato a cercare anche lui. Chi non avevo cercato? Nell'angosciata sfiducia che cominciava a tenere il mio ·spirito io mi trascinavo, povero inutile zingaro, smanioso d'agire comunque e dovunque, di città in città, di porta in porta a incitare chi aveva autorità sulle masse, comanda~a a fedeli, possedeva mezzi. Discutevo, imploravo, pregavo. bestemmiavo ..... ,Proponevo società segrete, congiure, complotti. Parlavo al muro. Inoontràvo in ogni dove una specie di stanca rassegnazione, di ·cinica indiff.erenza. In taluni la sgattaiolante diplomazia di chi non vuole assumere responsabilità, ma, al tempo stesso, cavilla per nascondere la propria vigliaccheria, in altri la convinta elucubrazione di teorie scusanti l'inazione, spieganti la vanità d'ogni tentativo di riscossa, in pochi la smania di fare sempre accompagnata dall'incertezza del come, del dove, del quando e dalla certezza dell'inutilità del sacrificio. Tale certezza era anche in lui, quella notte. Sulla terrazza della sua viHa, a Rapallo, egli parlò nella luce del plenilunio mentre l'arco del golfo splendeva d'argento e la punta bruna di Santa Margherita si cacciava come una prora nel mare calmo, leggermente increspato. Il lume della luna gli faceva pfo pallido il volto raso, severo, da domenicano del quattrocento. Disse: « Io non sono un condottiere d'uomini. Il metallo lo piego e lo domino; gli uomini, no. Marinaio e ingegnere, io mi sono avvezzo, fin dalla prima gioventù, a lottare con gli elementi e con i numeri aridi, con l'onda labile e con le formule precise. Ma l'onda è men labile degli spiriti e . l'acciaio è più malleabile· e più obbediente delle anime o sorde o volubili o inerti. Le macchine sono più intellig,enti degli uomini che le hanno costruite. Bisognerebbe convincere! ..... Bib11oteca Gino Branco
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