Mario Mariani - Matteotti

- 37Durante un pranzo offerto a ras Tafari due lettere per- ~nnero al re ,e al Primo ministro che sedevano poco disco- ~o. Erano firmate: I Golia!'di della Libertà. La lettera al Pri1,t'lo ministro diceva: Tu sei l'assassino di rnacomo Matteotti. '°nsegna i polsi alle manette. Quella diretta al re: Maestà! L'assassino di Giacomo Matteotti siede al Vostro fianco; con~ •gnatelo alla giustizia. Impallidirono. Lessero le due lettere senza osare guardarsi. Il pranzo ufficiale continuò. E fuori, nel sole di Giugno, l'Italia era tutta un fremito 10rdo di rivolta. Chi la infrenò n.no al momento in cui il turbine era 8i.à passato? In gran parte la colpa fu di Giovanni Amendola, ma t'uomo cui tutta Italia guardava in quei giorni, ·quello che ~rebbe potuto trarre il dado e sciupò, con l'attesa inerte. i:ina situazione r'ivoluzionaria fu Filippo Turati. Io m'inclino all'uomo. Il suo carattere, la sua integrità ~anno al di sopra di qualunque sos·petto e di qualunque critca. Per anni io ho visto in lui un Maestro e, durante il tempo in cui la lotta di idee era possibile, ho anche approvato i suoi metodi. Ma egli non era cresciuto per una situazione 111 mille miglia lontana da ogni sua precedente previsioa,;e e dalla sua mentalità. Ho creduto tavolta che potess.e comprenderlo, che sentisse la ne,cessità di tagliarsi fuori. Una Tolta lo incontrai - eraTamo del ventcinque - ill piazza del Duomo e lo accompagnai alla Posta Centrale. Gli domandai quali erano le sue impressioni intorno tilla situazione del momento ed egli rispose accorato: « E' llolto difflci1e prevedere... » Restò un momento perplesso, ·poi, come Tinto da impeto di sincerità, mi guardò a lung-o Biblioteca Gino Bianco

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