Mario Mariani - Matteotti

-33- \i i deputati dell'opposizione, denuncio alla Camera e al Paese l'atroce misfatto senza precedenti ~- Siede. ~n brivido. E sussegue un silenzio ancora più grave. « Sflntono d'ordinaria amministrazione! » Ha colpito giusto. Tre arole e una certezza in tutti: la dichiarazione di Benito Mus:;olini non è stata di cordoglio, nè è slata la pro11esta<le'.l'inhocente che può essere sospettato, no; è stata la fredda scappatoia, lo stratagemma del colpevole. Ancora siJenzio. Tt:.tti s'attendono che il Capo del Governo replichi. Eili tace. Al'lora, dalle abissali profondità di quel silenzio, una yoce si leva ch'è la voce della patria offesa, dell'umanità umiliata, la verità che deve esplodere, che deve essere detta al di sopra di tutti i timori, di tutti i convenzionalismi-, di tutte le prammatiche. Un vecchio nepubblicano, Eugenio Chiesa, si alza e la sua testa canuta domina l'assemblea. ÌJice: « Parli i,l Capo del Governo! Tace. ·E, complice! » E' la condanna della storia. Che cosa può replicare jl Capo del Gov·erno? Egli tace ancora. Pallido, smarrito, nascosto dietro la siepe dei suoi sgherri che ululano onde proteggerlo da un'ombra egli e-bina il capo com,e se avesse un peso sulla nuca e s'allontana. Quando Robespierr,e disperato, roco seguitava a domandare al presidente Herriot: Presidente d'assassini, dammi la parola! una voce rispose pei secoli: il sangue di Danton ti llffoga. Benito Mussolini non è fuso nell'acciaio di Robespierl'9. )fon soltanto non ha chiesto la parola, ma non ha osato ri5pondere. E sull'aula, superando l'ululato dei suoi sgherri ebe imprecano a Eugenio Chiesa, rintrona non umiana, mà ~paventosa nell'orecchio e nel cuore di tutti, la maledizione •he lo perseguiterà fino a:lla tomba, oltre -la tomba: il san1ue di Matteotti ti affoga. Biblioteca Gino Bianco

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