-29Una sera, ess-endosi recato papa Alessandro VI con ·gran eodazzo di cardinali e dignitari a casa una delle sue amanti, ia contessa Vanozza, onde partecipare a una festa cui eraa s\ati invitati diplomatici, belle e nobili femmine, musici e poeti e quanti mat gentiluomini avevano in Roma fama lii lussuriosi e cortesi, mentre sedeano costoro a banchettare ~-aiamente e i seni delle cortigiane splendeano di gemme e i calici di vini prelibati, la facciata di Palazzo Vanozza splendea di luminarie veneziane e sul portale un bell'arco di lampi<:lncini avvivava, in luci molticolori, il possente cognome dei Borgia. Un giovinetto di casa Orsina, osti'le allora ai Borgia, passò a cavallo, in tutta armatura, celata bassa, avan_ h il palazzo e, incurante del possibile impeto della sbirraflia papale, fermato i'l destriero, rizzatosi su l'arcione, ruppe oon la lancia tutti i lampioncini che componevano il B iniziale. Poi tranquillo spronò via. I cagnotti del papa stupiti di tanta audacia, esterefatti non osarono int-errompere il lavorc bizzarro, nè inseguirlo. La pugnalata che ha spento Giacomo Matteotti ha anche servito a rompere i lampioncini rossi che nella luminarie fascista confondevano l'esallazion-e politica e l'orgia. * * * Alle qun,ttro del pomeriggio del 10 Giugno la Lancia di Filippelli aspetta sul Lungo Tevere Arnaldo. Il pugno che stordisce la vittima lo appioppa Albino Volpi - Se ne è vantato tra i fidi al Pedavena di Mi1 lano e, d'altra parte, Dumini aveva il braccio destro ancora debole per une ferita ripqrtata in Francia. Volpi e Dumini cacciano a forza Matteotti semisvenuto nella vettura. Panzeri è al volante, Putato gli è a,l tanco. Un'altra macchina rossa, da corsa, con Malacria e Vi~la. Biblioteca Gino Bianco
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