Mario Mariani - Matteotti

-26dici e il tl'edici Giugno, al Viminale, tra De Bono, Marinelli, Finzi, Rossi, colloquio riferito da:lla requisitoria Santoro. Da quel colloquio si apprende, come del resto dagli ulteriori atteggiamenti, che Finzi e Rossi non erano stati preavvertiti del delitto, mentre De Bono e Marinelli ne erano al correnf.e, si apprende che Marinelli aveva discusso col Presidente, nel pomeriggio del cinque Aprile, dell'attività della Ceka e della lezione da darsi a Matteotti e si apprende anche - particolare interessante per valutare gimtamente il suo posteriore antifascismo - che Rossi, pur non avendo ordinato il delitto era di parere di affrontare la bufera assumendone in pieno la re_ sponsabilità, rifiutando l'autorizzazione alla magistratura di arrestare i colpevoli. Rossi st scandalizzò non dell'assassinio di Matteotti, ma dell'arresio di Dumini che fu sorpreso alla stazione mentre trovavasi jn compagnia di Carlo Bazzi. Altro tardivo antifacista. • * * Gli assassini concorrono a Roma, alloggiano in comodi alberghi, mangiano da Brecche, il noto restaurant di lusso, covo di politicanti e vitaioli fascisti e delle loro amanti, squaldrine per male o squaldrine per bene, restaurant dove nessun fascista paga e il proprietario colleziona i conti per mandarli a palazzo Chigi ogni .fine mese e farseli saldare col danaro della nazione. Al tempo dei vecchi ministri, deHa destra o della sinistra storica, di quelli che i fascisti han chiamato tante volte dilapidatori dell'erario e accusato di corruzione e di disonestà, il milione di « Fondi Segreti » del Ministro dell'Interno non avreb1 be bastato nemmeno a saldare i conti di Brecche, i conti della Palazzina Valladier, della Bomboniera, della Biblioteca Gino Bianco

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