- 16questo e perchè la sua _incapacità politica lo spingeva a sopperjre con la forza !l,llemanchevolezze dell'ingegno. La monarchia s'è condannata f ors.e complottando, ma certo p_ermetUJndo la marcia su Roma che avrebbe potuto fermare co.n quattro mosch.ettate, Mussolini s'è condannato _prestandosi alla vendetta di classe, sfogando tutti suoi rancori personali, trasformando un governo. che avrebbe potuto essere di pacificazione, in una tirannia fatta d'a:rbitrii, di _pre_potenze,di ·delitti. Ma questa i suoi avversari o non vollero o non seppero mai nè capire, nè credere. Non vollero capire che la sua natura d'avventuriero senza scrupoli, privo dell'intelligenza nec;essaria per mantenersi al potere con le arti benefiche• d'un saggio governo, ma deciso ad aggrapparvisi a ogni costo con fa perfidia, la violenza e ogni arte mala, lo avrebbe spinto a;d oltrepassare ogni limite d'umana nequizia. La forza di Benito Mussolini durante gli anni in cui si ebbe ancora una parvenza di lotta tra fascismo e opposizione, lotta che in fondo si riduceva da una parte a una persecuzione selvaggia e dall'altra a un.a ·conigliesca sopporta- · zione consistette appunto in questo: ne l'oltranzismo criminale del Presidente, nella impossibilità da parte degli avgnava, fino dal primo giorno, capire il suo temperamento, versari di credere al fenomeno e affrontarlo come tale. Biso- ~entirsi tutti minacciati nella coscienza, nel lavoro, negli averi, nella vita, considerarlo come un brigante in agguato, come un delinquente volgare quale si dimostrava in tutti i suoi •~ti e sentirlo spanntosamente temibile perchè, a servizio dei suoi rancori,. delle sue vendette, dei suoi soprusi, di tutte le sue basse ·passioni egli metteva l'organismo dello stato Tinto Biblioteca Gino Bianco
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