- {2Tt,;no di non potersi accontentare se non con una repubbEca 4ji ~onsigli, ma, per ottenerla, non sapevan far altro eh• s~operi. I governi che si succedevano, esautorati dal fa\- io0 di non potersi appoggiare a una solida maggioranza, che si sarebbe avuta solo con una collaborazione dei socialist,. co,i popolari, rimanevano pencolanti vivendo una Tita prece.ria di piccoli rimedi e ,di mezze m_isure, pur di non scon- ~tare nessuno. La soluzione, qualunque soluzione, era attesa da tutti uen ansia. C'erano borghesi che invocavano la rivolu:zion~ dai socialisti: Per Dio! mandateci a fare i lustrascarpe, mll decidetevi una volta, finitela!.. .. Ce n'erano altri che invocavano una dittatura militare, i plotoni d'esecuzione, la forca. Furono quelli che vinsero, che trovarono in Mussolini i1l pugno di ferro, l'uomo che invocavano. Ma, come sempre acca de, la marcia su Roma fu un atto di inutile vigliaccheria, fu la pugnalata di Maramaldo, la facile vittoria sui vinti. La riyoluzione l'aveva battuta Giolitti ridendo su l'occupazione. delle fabb1·iche, il socialismo s'era logorato da solo per inettitudine di capi e impreparazione spirituale e materiale delle masse in vani e buffi conati scioperaioli esasperando durante due anni il nemico con chiacchiere e spacconat'0 senza mai osare una spallata decisiva all'edificio barcollan~. A11.che lo sciopero del Luglio 1922 fu un rantolo d'agonia. Non eran state, in fondo, altro che scosse d'assestMI1ento dopo il terremoto della guerra e la pace stava tornando e :Satebbe t.,i'nata senza le sopravvenute provocazioni fascist~ e s~nu il salto di giaguaro della famosa Marcia che non era ormai più un bisogno e poteva soltanto significare, e signiiloo di fatto, l'organizzazione da parte della borghesia d'un governo che la vendicasse della paura passata. Mussolini è una vendetta storica, una vendetta di clase. E fu il vendicatore perchè il suo temperamento d'ammalato, la sua ,negalomania e la paranoia' lo portavano a Bìbl1oteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==