Tutti i partiti sono 1n gramaglie, tutte le classi presentano i loro martiri. È, o compagni e co111pagne, che proprio quando la tempesta miete più numerose le vittime, quando l'uragano della barbarie più schianta la foresta sociale, il cuore degli uomini è troppo piccolo e non basta per piangere tutti i sacrificati uno per uno, ed ha bisogno di riassumerli, di impersonarli in uno solo, quello che le congiunture e il valore personale posero più in alto, più in vista. Il nome e il volto di Matteotti sono cosl il nome ed il volto di tutto un intero popolo, di una civiltà incatenata ed annichilita. E non è puro caso, ma ha un significato profondo che l' apoteosi del Martire italiano si celebri ali' estero. Gli è che il fascismo - se in Italia, per ragioni che sarebbe facile analizzare, as.sume una fisionomia ed un carattere peculiarmente cri1ninale, non è un fenomeno italiano; esso è sotto forme diverse, palese o latente, il fenomeno caratteristico di questa ora della storia, di tutte le. nazioni capita.liste. È l'insurrezione del capitalism.o, il quale vedendosi prossimo all'agonia, per ristabilire e garantire il proprio ordine, deve sopprimere Ja legalità, la democrazia. È la dimostrazione di ciò di cui la plutocrazia - non dico tutta la borghesia e tanto meno la borghesia intelligente - è capace, quando l'assale il dubbio che l'ascensione del proletariato sul terreno legale possa sl'ogliarla dei suoi privilegi . . . . . Perciò l'Internazionale dei lavoratori non è pi\1 un semplice ideale di solidarietà umana che si possa indifferentemente affrettare o ritardare: essa ormai è una necessità urgente di difesa e di vita. Se essa esiste, se essa prende vigore, la civiltà è salva. Se essa affonda. se essa svanisce, se essa si divide, se anche rimane soltanto quella che fu fino acl ieri, oscillante, impotente, accademica, è l'umanità che diserta il suo posto di battaglia, che cammina a ritroso verso la schiavitù, verso la barbarie. E allora 10 mi chieggo: Siamo noi italiani che dobbiamo ringraziare voi compagni belgi dell'ospitalità che porgete al nostro dolore? Rispondo: No! La riconoscenza è reciproca. Il Martire che noi afridiamo alla Biblioteca Gino Bianco
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