Pa-tecipazione internazionale allaesaltazione diMatteotti di DINO GENTILI Quando nella immensa sala suggestiva del Trocadero, a Parigi, dinnanzi al popolo di Francia ed ai rappresentanti di tutto il mondo, convenuti alla celebrazione del X anniversario della morte Jean Jures, quando dopo Leon Blum, che portò il saluto di Parigi, dopo Jounaux che parlò per i lavoratori di Francia, dopo Paul Faure, che recò il consenso della Internazionale Operaia, dopo il tedesco repubblicano Laebe, e il laburista Williams e il nipponico Souzouky, dopo Vanderwelde, il leader del socialismo belga; ouando alla tribuna apparve il nostro Filippo Turati, a portare il saluto dei socialisti d'Italia, parve che l'applauso della folla toccasse il diapson più alto. E allorchè poi Turati, rievocando la figura gigantesca del Tribuno, associò il ricordo di Jean Jaures a Quello di Matteotti, assurto alla gloria del martirio, la folla non seppe contenere il suo grido, e nel nome di Matteotti proruppe in una formidabile ovazione. Tutto il mondo lavoratore, convenuto in Parigi per rievocare la memoria di un Grande si ritrovava spiritualmente unito nell'esaltazione di Matteotti, caduto nella patria oppressa eroe e cavaliere della libertà. Quella manifestàzione solenne, indimenticabile, aveva luogo il 30 luglio dello scorso anno. Ma prima di allora si erano avute, da BibliotecaGino Bianco ogni parte della libera Europa, manifestazioni incontenibili di condanne per l'assassinio e per gli assassini, come di esaltazione per la vittima. Così a Londra il gruppo parlamentare laburista, riunitosi alla camera dei Co• muni, approvava, il 17 giugno, un ordine del giorno di « esecrazione per il delitto» e di « simpatia per il partito socialista nella sua lotta contro le forze che stanno calpestando- i principi fondamentali della libertà e della democrazia ». Questo ordine del giorno era votata alla presenza e col consenso di Mac Donald, allora premier d'Inghilterra. Nè valse l'incidente fatto sorgere -poi ai Comuni per togliere alla manifestazione significato ufficiale di governo. Tutta l'Inghilterra, senza distinzione di partito, non poteva non esecrare quel delitto - ultimo di una serie di delitti terribili dei quali il sistema fascista è direttamente responsabile. I compagni laburisti in particolare, che avevano conosciuto Matteotti, e, anche nella sua ultima visita a Londra, ne avevano apprezzato il coraggio morale e le doti intellettuali, manifestarono ancora in un nobilissimo messaggio « la loro profonda indignazione per il fatto che il loro compagno Matteotti, che era un oppositore della violenza, sia caduto vittima della violenza del fascismo ». Di lui quel messaggio - votato anche 15
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