Giovani socialisti unitari - Matteotti : 10 giugno 1925 - 1966

ficio: non la giovinezza dei nostri nem1c1, fatta di rettorica, di spavalderia e di insipienza. Eroismo quotidianamente praticato come totale dedizione di sè alla causa, come sacrificio di tutta la propria vita all'Idea, come inflessibile forza morale: nòì'i l"et'òi-· smo dei nostri nemici esplicantesi ne)la;: trista pratica della brutale persecuzione , contro avversari inermi, nella brutale per- · secuzione di tutte le altrui libertà, nella sfrenata licenza ai propri crimini. Ma nella Sua òpera di Segretàrio :.del Partito ancor più della Sua infaticata .attività per la riorganizzazione def movimento, ciò che lo designò al· ·supremo .. martirio fu la Sua implacabile, irreducibile, accanita intransigenza contro il fa. scisma ed il suo duce. Oggi che il fascismo è completamente isolato, mantenersi rigidamente intransigenti nei suoi confronti può sembrare cosa naturale e relativamente facile; non così quando il governo fascista aveva ancora la collaborazione di liberali, popolari, democratici, e i soli socialisti, con pochi altri uomini politici isolati erano all'opposizione. Era il tempo in cui Mussolini moltiplicava i tentativi di adescamento verso le organizzazioni operaie, accreditando le voci di una « conversione a sinistra » del fascismo. Era il tempo in cui sembrava delinearsi e prender corpo l'equivoco di « un mussolinismo » contrapposto al fascismo e destinato a succedergli. Era il tempo delle insidiose campagne per la « normalizzazione » le quali nascondevano il tentativo mussoliniano di assidere il proprio dominio non più sulle baionette, ma sulla corruzione e sul trasformismo, attraverso l'abdicazione e la rinuncia dei propri avversari. Di tutte queste manovre - che, riuscendo, avrebbero assicurato a Mussolini l'incontrastato predominio sulla nazione italiana per almeno un decennio, e, quel BibliotecaGino Bianco che è peggio, avrebbe ad· essa precluso ogni po_ssibilità di rigenerazione politica e morale - di tutte queste manovre mussoliniane Matte'otti, dal suo posto di Segretario di quel Partito che esercitava la maggiore influenza sulle organizzazioni operaie, fu il denunziatore inesorabile e i:riclucibile. ·..In mezzo all'universale dedizione al dit- ·-tatore, _unico ed estremo _baluardo della libertà ·italiana era· rimasto il proletariato. Matteotti aveva ben compreso che quel baluardo non doveva cadere, a prezzo di qualsiasi sacrificio. Erano in gioco le sorti del proletariato, l'onore del Paese, l'avvenire del Socialismo. Quel baluardo ha resistito, e attorno ad esso, nella battaglia per la libertà, alle schiere socialiste si sono via via aggiunte quelle di tutti gli altri partiti: oggi, l'avanguarda antifascista del socialismo non è che una parte del grande esercito degli itali ani che anelano alla loro riscossa. Oramai il fascismo potrà inasprire ancor più l'oppressione, potrà mantenere ancora a lungo le posizioni, ma l'esito della lotta non può esser dubbio, perchè nessun compromesso, nessuna rinuncia possono più colmare l'abisso che si è scavato fra il popolo italiano e i suoi oppressori. Nel primo anniversario della morte di Giacomo Matteotti ricordiamo tutti, e ricordino soprattutto i giovani, che dalla rinascita di oggi e della vittoria di domani Egli fu l'artefice primo e massimo, non soltanto con la Sua morte, ma anche con la Sua vita eroica, non soltanto come Martire sacro alla memoria di tutti gli italiani, ma anche come Segretario del Partito Socialista Unitario. Questo articolo nel manoscritto fu firmato R. V., poi nelle seconde bozze Roberto V. e con tale firma fu stampato. 11

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