-- 62 - delitto di sequestro di un deputato, e lo_nomina ispettore amministrativo del Partito fasci sta. » Il processo perde a questo punto ogni im1portan~a. Tutti sentono che a ·Chieti si reciterà una farsa sconcia, ,cui - con molta opportunità e pari dignità - la parte .civile rifiuta di associarsi. · Riportiamo nell'appendice il fiero docurr:1ento eh.e reca la firma di G. E. Modigliani, con la nobilissima lettera della vedova Velia Matteotti : cc . . . volevo chie-- ,. .dere giustizia. Gli U'omini me l'hanno negata : l'av,o' dalla Storia e da Dio. Chiedo ,:,ercio' mi sia concesso di straniarm·i da un t,•rocesso che ha cessato di riguar-- <larmi... mi parebbe. accedendo all'inoito, di o/fendere la memoria stessa di GIACOMO MATTEOTTI, per il quale la vita era cosa terribilm.ente seria. >> Faremo altrettanto anche noi. rifiutando di occuparci él'una ignobile rappresentazione nella quale non vi •sarebbe da ricordare che I' oltracotanza degli imputati, la turpitudine dei -difensori, la servilità dei giudici e lia repellente foia di quel certo numero di scrofe più o men.o blasonate che funzionavano da pubblico, insieme ai loro degni fratelli e mariti in camicia nera. RestiairJO lontani da questa f.ogna pestilenziale. Il PTOreesso di Chieti è irrito e nullo. Non ouo' interessarci se ·non come un caso patologico, come· una sorta di com- ·media da manicomio crirr.~nale, recitata ~n oltraggio a~-a giustizia. Il vero processo Matteotti sarà rifatto il giorno in cui sul banco infamie, dentro al gabbione infame, dovrà -sedere - coi suoi sicari e coi sllloi complici - il man .. dante principale. se non unico, di questo e degli altri ·innumerevoli delitti per cui . sanguina da un lustro l'Italia. ' . Biblioteca Gino 6ianco
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