Matteotti : fatti e documenti

DEI MINISTRI Struuura di missione anniversari nazionali cd cvcnLi spo1tivi nazionali e internazionali

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GIACOMO MATTEOTTI

• .. Biblioteca Gino Bianco

. Quarta Edizione (dal 13° al 20° migliaio) I MATT-EOTTI FATTI E DOCUMENTI .., ,, Bibl'

. ' • l V':'. - '' Ora conìincia il bello '' · (poche parole a •guiaa · di prefazione) • \ .. Neuuno puo' illudersi - cr~Jiamo - che la commedia giudizaria ordinata da Mussolini, per seppellire le responsabilità aue e . qel regime nell'aaaassinio Ji Giacomo Matteotti, abbia ccmclmo il pro- ~ai'o. . . Il gludiz.io « eoitato oggi~ inet>itabiledomani » - secondo la · incisioa Jichiarazione della Parte Cioile, all'atto qi ritirarsi - nonsara reao nell'aula della Corte d'Assise d'una piccola città di provincia, daoanti a giUJTati partigiani o terroriz.z.ati e a magistrati ché tremano· o pal-pano sotto la toga il CotnpeflSO ruffianata. . 1 Il processo Matteotti - quello oero I - si fard, anzi si fa, davanti ad un tribUnale· assai più. oasto, su cui nulla ,:,uo' la corruz.ione mussoliniana, n~ la minaccia degli scherani jn camitja nera : ~, tuffo il mondo civile che deoe gi,udicare MU880lini e il regime fascista. A questo processo, davanti a questa auisi immensa che ha la maeata incor,,u,ttibile della Storia, oogliamo recare noi pure la· nostra testimonianza, riassumendo ed ordinanJo i fatti e gli elementi gia conosciuti frammentariamente, p·er tl!!durne anche una oolta - ·alla luce di nuool . dati e di una logica Precisa - ohe ae la rest,onsabilità t;,olitica del ·delitto risale a tutto il regime, la re&ponaabilità ,penalAs al)effa personalmente a Mussolini, quale manJttnte. Md prima. a bene lumeggiare la responsabilita politica del regimein quel ai.tema di terrore illegale, di cUi l'assassinio di Matteotti fa J•e,,laodlo #>ià rimarclìevole. Benito Muaaolini col discorso tlel 3 gennaio 1925 acceffaoa in -blocco . fttffe le re-,:,onsabilita palitiche delle oiolenze illepli imputate al fa,ciamo. Atl un anno di distianz.a, · 1a saia rioista « Gerarchia », nl!l numero Jel gennaio 19,26, si fa audace fino fJ conf-esaare finalmente . e qu-elJJo cfne una ri,voluzione in corso deve dire : dhe il sequestro M,ittieolti apiparlleneva morailmen~. polliticamente, atoricament~ d. 6-:i-o ». a G. o 'ian

4Vedremo pii oltre i motivi di quest' attJ.acia in ritardo di oenti mesi .e (:iimo•treremo che oltre alle re&ponsabilità moraili, politiohe e stol'idhe, spettanti al fascismo per il sequestro Matteotti --:- oi sono pure delle responsabilità peniali', spettanti personalmente a Mussolini quale mandante dell'assassinio Matteotti. Qui vogliam~ soltanto sgomberare preliminarmente il terreno della tesi politica affacciata da Mussolini e dalla sua rioista. La quale teai puo' essere ob•biettivamente riassunta cosi' : - E' stolto ed assurdo p,retendere di misurare gli atti del f aacismo col metro usuale. Noi non siamo in un periodo normale. Siamo in riooluzione. 11 fascismo è una ricolu%ione. Mussolini non è andato al potere per le solite oie p,arlamentari, ma vi è stato portato dalle camicie nere con la marcia su Roma. « Teniamo Roma per diritto di rivoluzione »', ha detto il duce. Cio' basta a stabilire la legittim-ità a.torica, se non l~ legalità formale, degli atti che hanno compiuto e che contin-uano a compiere il governo ed i singoli fascisti, non pure contro la legge scritta, ni'a anche contro le superiori - sebbene non codificate - leggi morali che regolano· ogni collettività civile. Poichè siamo in rivolu1 %ione, cessa infatti lo stato di diritto e oige, come durante la gue"a, uno stato di nec~ssità :,,torica, che solo la storia puo' giudicare. Sottoporre ,questa necessità ~i comuni tribunali della coscienza individuale o del codice, significa dar prova tli me,china incomprensione. Osaerviamo pacatamente, an%ituttto, che dalla « rlooluzionarla » conquista del potere compiuta colla « miarcia ,u Roma » ,ono paasati. fino ad oggi, più di quaranta miesi. E' questo un periodo abbaatan%a lungo per dover ritenere superata la fase del terrori,mo riooluziona#o, •Pecialmente se si conaidera che il governo fa.cista oanta ogni quarto ·d'ora il con&e~so en!UBiastico di tutta la na%ione, salvo alcuni gruppi di minoranza privi di credito e di forza. Osserviamo ancora che questi gruppi di minoran%a non hanno neppure· per inciden%a dimostrato - nei quaranta mesi del gooerno fascista - la più piccola velleità t/i opparre alla dominazione fascista altre armi all'infuiorl di quelle molto pacifiche della discussione e della critica verbale, il cui abuso è facilmente rer:>rimibilecon i mezzi più normali, da parte di u.n governo oeramente forte. Nella rivolu1 %iotte inglese, il peripdo di tirannia terroristica che è contrassegnato dal nome di Cromu,el (1647-1658) si •Piega con la guerra civile fra Pu,ritani e Cavalieri che, durante i cinque anni preceJenti, aveva insanguinato il Regno Unito. I cattolici irlande,i, che sentirono più terribilmente il peso della rea%ione cromwelliana, erano stati i più zelanti alleati dei Caoalieri e tli Carlo 1, consentendo perfino ad obliar~ l' oppresaione esercitata in nome e per conto di questo monarca da Stafford suUa loro · disgra%iata isola, pur di combattere i Puritani. · Quando il 117 agosto 1 1792 l'Assemblea lellfalatioa francue iatituiva il « Tribunale Straordinario » - organizzando per tal molo il T erBihli0teca Gino Bianco

( -5 rore - tutta la Francia era piena cli congiure monarchiche, la V anJea e le Deux-Sèores avevano già preso le amlli per la guerta cioile, la Corte sollecitava l' interve.nto dello straniero, gli aastrlaci ed i prua&iani con un esercito di centomila uomini - cli cui faceoano parte novanta aquadroni di cavalieri formatj dai nobili emigrati - aveoano_ inoaao il Paese al comando del duca Ji Brunsuµch, che mmciaoa con Ja forca promessa ai rivoluzionari I nel suo celel,re proclama. ,- _ PerJino il Terrore instaurato in Russia Jai bolsoevi'lt,i, puo' inr>ocMe a propria sdtMa i molteplici tentativi di rivolta e 'la persistente ostinazione dei contaJini nelr aff amamento della città; il blocco delr Intesa ; la presenza degli eaerciti controrivoluzi(!ttarl di Kolcialt, di Mamerloff, di D~nilt.in, di Judeni'ft, di 1W1'angel, Òrganizzati e pagati con l'oro straniero; la guerra con la Polonia. · Si pao' discwtere aull' opportunità dei metodi terroristici impiegati a propria difesa cl.alle tre rivoluzioni sopracitate, si puo' rileoame e deplorarne gli eccessi di orttdeltà; ma non resta dubbio ché - dà/ _.. punto di Vista storico - di deve riconoscere al terrore rivoluzionario inglese, francese e russo un fondamento di ragione. Non è la stessa cosa in Italia. La cosidetta « rivoluzione /aaCista » non ha trovato ostacoli aeri. Nel periodo precedente alla « marcia su Roma » Vi fu qualche tentatioo di resisten%a; ma non auPerd mai l'im.porfanz,a episodica tiella difesa individuale o Ji gruppo, aaloo jorse la sollevazione popolare di Parm'O neU' agosto Jel. '22. - Dopo la conquista del potere, il fascimu, non trooo' che schiene ca11oe o ribellioni puramente platoniche. Gli individui ed i partiti clae non oollero macchiarsi di viltà aderendo senza convinzione al fasci- . smo, confennero la propria opposizione nei limiti più strettamente legali. In Italia non c'"è stato un re che chiamasse alle armi i suoi partigiani, come Carlo 1, nè gli stranieri, come Luigi XVI. C'è ,stato invece, un re ohe ha spianato la strada alla cosidetta « rivoluzione fascista » fino a negare la propria firma ad un tardo_ e timido fentatir>o di resistenza dello Stato costituzionale. Il fasclsff\o non puo' invocare {I giu~tifioazione dei suoi ~tocli te"oristitj, l' in.oasione del temtorio nazionale operata con la complicità dei suoi nemici inl terni. Brunswich e la sua forca non si sono mai aff ac~ati ai confi11i d'Italia, dooe .non ci sono state nè la Vandea, n~ i ,KolciaJc,' nè le insu,re~iotai popolari. _ Ci sono i comunisti aoltanto, che fanno qualche rumore; ma la loro effdtioo capacìtà di alone extra legale è dimqst,ata dal fatto che i oari processi p,romossi dal governo fascista contro tli essi sono finiti tutti con delle assolutorie, malgrado la buona oolcmtà e ma.. gari r ordine dato di conJ(fflnare. La truculenza -commaista ~ _dunque anch'essa puramente verbale. Il terrorismo anteriore alla marcia di Roma puo' ancora frooare una spiega%ione nella necessità di creare l'ambiente propizio alla o Bianco I I ..

6conquista violenta del potere ; ma·. quello #)osferiore non ha s,:,iega-- done alcuna. Non si è mai visto un governo, per quantò rivoluzionario, infierire contro una popolazione disamwtta, prloa di qualsiaai prot:,osifo e capacità positiva d' insu_rrezione materiale. Ma il peggio si è ohe il governo fascista durante· tre anni - più che infierire direttamente - ha l(ISciato che infierissero a loro pasta . i suoi ma ed· i loro scherani, ·assicurandone l'impunità, qUQndo addirittura non li premiava. Il terrore fascista · non era terrore di Stato, e quindi circondato almeno d'un minimo di garanzia legale e rioolto ad uno scopo preciso : Era il terrore del singolo, del gruppo, delr orda irresponsabile, senza niessu,n senso del limite e molte volte aenz' altro scopo che lo sfogo cli una brutale malvagità al aeroizio di rancori personali o di opachi interessi di cl<'8se. Nei quaranta mesi di governo fascista si sono contati intorno ai :SEICENTO OMICIDI, oltre alla serie infinita dei ferimenti, delle bastonalnre, delle violazioni di . damicilio, delle somministrazioni forzate di olio di ricino, delle beffe atroci e delle violenze c,orporali di ogni genere. A quale necessità rivoluzionaria rlspondeoa questo ..dilagare di Jelitti j) Sappiamo bene che ogni rivoluzione ha conosciuto anche il terrore ··illegale: ma se questo risultava veramente determinato da un istinto di difesa collettiva, interoenica il gooerno riooluzionario a legalizzarlo, assumendone la responsab-ilità e, per cio' stesso, limitandone gli e~esai inutili. , Danton, il 16 agosto lt792,, all'atto di istituire il « Tribunale Straordinario », dichiarava : « Cominci la giustizia dei trib-unali e cesser<l la, giustizia del- popolo. J> E più tardi aggiUngeva : « Siamo terrib-ili, ,:,er dispensare il popolo dall'esserlo. » C'è in queste frasi la giusti• -jicazione ed. il principio organico del terrore rivoluzionario. C' ~ sopra ·tutto un coraggioso senso di responsab-ilità. Il terrore indioiduiale o di gruppo, le sommosse sa,nguinose, che da tre anni convulsionaoano la Francia giUlllta ali'estremo grado dell'esasperazione nel 1192, erano determinate da ragioni profonde e generali : per i francesi si trattava di non suibire il ritorno dell'antico ordine fiscale e feudale, il riconsolidarsi di utui monarchia so&Petta, la conquista straniera, le esecuzioni militari di Brunswich, le vendette dei nobili emigrati, pronti a rientrare dietro gli eserciti nemici, di cui faceoano parte integrante. I riooluzionarl del li792 riconoscevano legittima questa oolonta ed - istituivano il terrore come un sistema di gooemo, con leggi e tribunali propri, per evitare che il popolo fesse obb-ligato a cercare nella· ..sommossa disordinata una difeiSa troppo graoe di t>ittime, ed allo stes10 tempo troppo inefficiente, contro il tradimento della Corte; le -congiure dei realisti, e l'inoasione d~llo straniero. Si trattava cli una terribile necessità, che quegli uomini veramente degni di fare la Biblioteea Gino Bianc

-i- •torla riconoscevano ed accettaoano lealmen~ ah(hé se poteoano esserne a _ loro oolta colpiti. · · . · . - , Nulla Ji tutto questo nel terrore fasclskl. Non solo esso escludè qualsiasi giustificazione seria pe, il suo t:,erJuf'me, sf.)ecial!ffente Jopo la marcia su Roma; ma esclude anche qualsiasi rispettabilità per ripocrlsia-Ji cui si è a lungo rioestito. Esso era il terrore degli ano~ nimi e degli irresponsabili. Il gooemò non lo riconosceva necessario e non ne accettmJtr la .responsabilità, chè anzi protesuwa assai s~sso ili oolerlo infrenare e punire ; ma oiceversa lo cor.>riva e lo inco:raagiava, orJinando alla polizia Ji non cedere, alla magistratura Ji non condannare, proooedendo con le amnistie mosfrUJoSe a cancellare anche le t:,oche conJanne che non aoeoa potuto evitare ai s~oi p_artigiani. . ~ . E quando assume una paroenza di fttnzione statale, questo terrore non dloenta il « Tribunale StraorJinario » Jella rivoluzione, che giudica i suoi nemici assumenJosi daoanfi alla storia la rélff.)Onsabilità del giudizio; ma ~a tuJrpe e oile organizzazione segreta, che fa aparire di nascoato gli aooersarl 'incomoJi. La ghigliottina ed il plotone di eaeCU%ione sono sostituiti. dal pugnale Jel sicario, che laoora nell'ombra, colr impunità garantita dal mandanti che si sforzano di rimanere nell'ombra. Il ·tribunale riooluzionario 1 a posto ad una ridicola ed odiosa - per quanto ugualmente delinquen%iale. - caricatura lella cel(a bolsceoica. . Non siamo più nel quadro trerniendo e grandioso della rivoluzione. Siamo nelle gemonie del più fangoso e sanguinario sanfedismo, e nella delinquenza anacronisttca di quei si'a,iorotti Jel secolo XVI che usaotmo lo stiletto Jel bravo e r Qcqtta tc,Jana per strumenti Ji gooemo. Ceaare Borgia ridieent,a «· il principe » da prendere a modello, e Macchiauelli f(J testo nelle aue pagine -più sinistre, interP,etafie con maccheronica ferocia Ja Scoroncdncolo. E quando fira popolare scoppia - malgrado ogni terroriatiça • camPreaaione - di fronte alla soelata oergogna Ji un delitto più orrendo, si crede Ji poterla calmare buttanJole iii pasto i mis_erabili esectrfori materiali. Soltanto assai più tardi, do,:,o aoer constatato l'inutilita di questa i_nanoora e mentre cresce il griJo della coscienza civile che reclama giustizia - fatta la giustizia - i mandanti, nella paura d'esser raggianti, cercano clisperatamente la saloe%%anella fesi della respotasQ- 'billta .aforios e riooluJ:lonaria, attingendo Jallo spavento Jell' ergastolo l'iml)Udenza a intimare : - - Baatll. N0n permetteremo che ai Infirmino i dititfi Jella rioolu2ione, clae ai faccia il processo alla rivoluzi91_1e.· · Quale rlcolua:ione e quali diritti ~ Noi neghiamo recisamente che il faecismo sia una riooltUiona ; ma neghiamo ancor più recisamente che una riooluzione abbia il iliriffo di disonorarsi assumendo in proprio la responsobihlà di fatti ohe aono esclaaioament~ l' e9fJttessione Jr t10lgare JeJinquenz:a, del r ... S-ianc /

tutto estranea alle necessità superiori di offesa e di difesa che una riooluzione indubbiamente ha. L'assassinio di Matteotti ap.partiene a questa categoria di fatti. Invano i responsabili tutti ed il mandante principale s'affannano a creare teorie e perfino tutta una legislazione per sfuggire al castigo. La Corte d'Assise di Chieti ha assolto Mussolini. Anzi, il suo nome non è stato neppure pronunziato durante tutto il processo per l'assassinio Matteotti. Forse che tutta la politica fascista degli ultimi quindici mesi non è stata rivolta unicamente ~ qttesto scopo? Ma il mandante non puo' ~nsare seriamente eh~ ~ Chieti sia atata detta l'ultima parola. La mostruosa farsa giudiziaria non basta al sal1'ataggio del maggior delinquente più della teorica sul terrore rivoluzionario da lui creata a posteriori - quando potè appena rimettersi dalla paura in cui _ agonizzo' vilmente per più di sei mesi. Riprendiarno a nostra volta un motto che Mussolini ha plagiato a d'Annunzio, come tante altre cose : - Ora o"lnllnda ia :bello! Poche parole ancora. Il compilatore non ha creduto che valesse la pena di apporre il suo nome sulla copertina 'di qUJestooolumetto che raccoglie scritti per nove decimi non suoi. L'anonimia non vuol essere pero' viltà o irresponsabilità. Se qual- .<'Uno desidera conoscere chi ha compiuto questa modesta fatica non ha da f'1r altro che scrivere alla direzione delrExoma. o• altra parte il com.p,ilatore ci. tiene ad assicurare che tutU i fatti qu·i citati sono rigorosamente controllati e tutti i documenti desunti dalle fonti più certe e riprodotti nella loro precisa integralità. Appunto per questo abbi.amo preferito di ingrossare la 2a parte riportando anche parti di documenti non necessarie, pl,uttosto che procedere a tagli e mutilazioni che potreb·bero lasciare qualche du.b1,io nel lettore. , Al quale, terminando qu·esta cicalata preliminare, facciamo una raocomanda.zione e un augurio. I.A raccomandazione ~ di leggere con cura attenta anche quei documenti che gli sembrano meno interessanti, percha puo' •COfJriroi elementi oioaci per lumeggiare la oerita. L'augurio è ohe. se il lettore giungerà alle medesime concluaionì cui siamo giunti n~i, pensi che ~ 1'ergognoso tollerare che l'Italia $ia governata dittatorialmente da· un assassino; e che, nello sdegno su,oltatogli Jal sentimento di tale 1'er,gogna, trovi la volontà e la for%a di agire per cancellarla. Agire, diciamo : non soltanto esaurirsi in ciancie vane. Nel secondo iaruùiveraario dell 'assassinio di Giacomo Matteotti. IL COMPILATORE . ., BibH teca Gino Bianco

,.,... PARTE PRIMA I FATTI r Biblioteca Gino Bianco·

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L I. - Un discorso e un Uomo . - L1 giorno 30 masigio, 1924, l' on. Giacomo Matteotti, pronlllllziaiva alla Camera dei deputati un discorso che era tutta una fierissima reqÙisitoriai contro i metodi adoperati dal fascismo - partito e go·verno - per vincere nelle elezioni generali politioh~ dell'aprile precedente. _ Il resoconto stenografico di questo discorso ( 1) rispecchia nelle continue violentissime interruzioni dei deipu ... tati fascisti il furore di ·costoro per la coraggiosa document~zione recata dalf on. Matteotti, più che davanti alla Oamera, ,.davanti aHa opinione pubblica nazionale e internazionale• Si racconta che l'OQI. ,Matteotti, uscendo dalla agita- ' tissima seduta, a chi si congrat:Ullava con lui per il discorso, rispondesse sorridendo·: - Ed ora fJ•reparatemi l'elogio funebre... _ L' on .. Mkltteotti noni i,gnorava, difatti, i pericoli d'ogni sorta - anche personali e fisici - che aveva accumulato contro sè stesso, suscitando l'odio -feroce del fascismo per l'audacia serena e costante .con la q.uale non aveva miai cessat,o di ccm:1batterlo. Egli_ sapeva bene che dO!Po il discorso del 30 maggio, •Mussolini si era lasciato sfuggire oscure parole di mii- ... nacaa -: - E' un ~zzo che quest'uomo non dovr-eb.be più circol_are... 11 f asçismo è vile se lascia ancora. la parola a quest·o suo nemico. (l) V. neta.•.Appendice : doc;umento n. 1. ~ ibli teca Gi Bianco ,

· -- 12 - Noncurante di QIUesto - sebbene sapesse che non ~i trattava soltanto di sfoghi ver1hali - l' on. M!atteotti, nella seduta del - 4 giugno 1924, affronto' direttamente il DittatoTe. ricordando che, la amn~stia concessa ai disertori, di cui .Mussolini si rrJostl'lava molto scandalizzato, era stata nel. ]9.19 approvata dall9 stesso. Mussolini; e insistè nella sua aff errrAazione contro le smientite di Mlussolinii, e ridusse l'avversario a tacere. EppuTe poteva agevolmente presumere la tragica sorte che gli era riserbata, non soltanto dagli innumerevoli esemp·ii delle atroci violenze perpetrate dai fascisti nel suo Polesine e in tut.ta Italia, ma anche per p,iù d'una esperienza personale. GIACOMO MATfEOTfil era nato a Fratta Polesine a 22 miagigio 1885. La sua famiglia, di origine trentina, si era vent'anni priim.ia stabilita nella Provincia di Rovigo. Due suioi fratelli - Mlatbeo e Silvio - m1orti da moJti .anni, erano stati conre lui socialisti fe.rventissimi il cui nome · è 6rem!ptre ricordato dalle masse contadine del Polesine. · Giaoomo milito' ancor giovanissimo nelle file socialiste, sicchè si puo' dire ch'E,gli era, a trentanove anni, uno dei più vecchi miilitanti. Compiuti gli · studi liceali a Rovigo,, si iscrisse alla Università di Bolo,gna o,ve consegui' la laurea in legge e successivamente qu.ell'a i;ni econon:aa : politica. Il Prof. Stoppato, uomo di ide-e diametralmente oppo·ste a qudle del Matteotti, lo aveva particolarmente caro per il suo ingegno e per la serietà del suo carattere. D1 ot:>omolti viaggi all'estero, ritornato nel suo Polesine, si getto' con entusiasmo nella vita politica, dirigendo ·quelle lotte iin difesa del proletariato agricolo che dovevano ben presto additarlo a11'odio tenace del padronato terriero. · · · Venuta l,a guerra, egli rirniase nelle direttive segnate dal suo partito, senza preoccuparsi delle conseguenze a· cui poteva condurlo il suo atteggiamento. Nel 1919, venine eletto la· p1 rima volta deputato. Gli venne riconf erm1ato il mandato neHe elezioni del t921 nelle quali ebbe a sub,ire le prime violenze personali. Nelle elezioni politiche del 1924, fatte sotto il regime fascista. era riuscito capolista in due collegi : Vene~o e Lazio. Biblioteca Gino .Bianco

-13AvVenuta la scissione fra massimalisti e socialisti unitari ··a Roma nel 1922, venne chiamato ·fin dalla fondazione ·ad assUQlleme la Segreteria Generale del nuovo P!artito Socialista Unitario. . Fu i,n questa sua funzione sopTatutto che si rivelo' ai socialisti italiani e degli altri paesi. ' Matteotti fu il .propulsore, l'animatore, il .fUJlcro del1' azione del suo. partito, fino al giorno in cui venne sop- .presso. . . · « l\11atteotti era _pier il fascismo un avversario intransigente e tenace. Chraggioso di fronte al pericolo personale, raccoglitore diligentissimo di documenti e di accl.18e, aveva messo insieme nel suo libro Un anno di dittatura fascista (1924) una requisitoria terribile contro· i mletodi e i risultati della dittatura. ,e Percio' contro Giac<>mlo.Mlatteotti, gli odii fascisti eraino stati impJacabili. Nel suo Polesine egli aveva subito persecuzioni di pgni sorba. A Ron:a, segretario del P'artito socialista unitario, era considerato non solo nemico del fascismo, ma nemico personale d~l Presidente. Negli ambienti mussoliani l\11atteotti. assieqi~ a Turati e Treves, era riten'lllto ostacolo insormontabile a quella collaborazione coi socialisti unitari. o almeno con la Confederazione, che' ha, a varie ·riprese, tentato il duce. Dalla tribuna della Oamera, Matteotti aveva-attac~ato il rassismo con una fierezza insuperabile. L'ultimo .discorso pronUJillziato dopo r inaugurazione della XXVII legislatura, e per optporsi ailla convalida -in blocco della rr.1ag:gioranze di Cesare Rossi. era stato un v.ero atto d•accusa. li deputato ~ocialista aveva ,difeso con grande .calore la liber~ sovrainità del popolo contro il governo della forza. Un altro 'discorso che la« ceka » fascista non gli perdonava, egli lo aveva pronunciato a Bruxelles, dove· s'era recato · valicando la frontiera a piedi. Il giorn.o , sUJCcessivo a quello in cui fu assassinato, egli avr,ebbe dovuto parlare alla Oam~ra sull'esercizio provvisorio e senza fare dello · « scandalismo ». personalistico. ~i ri;pirometteva di dimostrare il bduH delle· ;p~evisioni ·di De Stefani e di richiamare l'attenzione dd ìpaese suilile troppo rap~1de fortune . mia turate all' OmJb.radi Pa1azzo Ohigi_ è. del ViminaJe. coib · Fenomeni di corrurzione idemici a qrµielliche caratterizzarono-il •econdo impero in Francia. Gino Bianco

•· - 14- (( Non fu Matteotti un uomo popolare, nè nel suo Partito, .nè fra le masse. Non era solo U1I1t aristocratico, era un intransigente. Un intransigente, si badi, non nel senso politico che ha con:unemente questa parola, non, dell'in- . transig~nza di certi politicanti i quali, impotenti a qual- . ~ s~as! a_zione,. ha~o inv~ntato .essere l'isolamento una \\ v.1rtu r1voluz1onaria. mia 1ntrans1,gente nel senso morale, I incapace cioè di ~sigere con la ,propTia coscienza e · . col p~oprio dovere. Poteva essere quindi un compagno di viaggio incomodo per n-10lta gente che ama il quieto vivere le calme digestioni e che preferisce alla lotta le chiaccltiere soJenni sull' immiancabile vittoria del socialismlo. Avvenne cosi• che Egli fosse per tutti i poltroni un agitato, per tutti i frasaioli UJ11 vile riformista. Era un magnifico temper~.1ento ,di combattente e di realista. Nutrito di profondi $tudi e di vaste conoscenze, detestava l'accademia. ·Del marxismo aveva assorbito il metodo dell'indagine critica, il realismo storico ed il senso deUa gra,dualità delle trasf omnazioni politiche e sociali. La sua ironia sferzava .s•enzà. ,pietà il facilonismo degli pseudo- rivoluzionari del tutto o niente. « . .. Ma Giacomo Matteotti, nella più comipiuba espres .. sione della sua personalità, rivelatasi in. pieno negli ultimi. tempi, poco si im1barazzava di discussioni teoriche. Lo bruciava la febbre dell'azione politica. · Vedeva nitidamente il bersaglio da co]tpire e intuiva· che il grande compito di un partito di vera ·01pposizione consisteva nel ·oonvoigliare forze sufficienti per affrontare e vincere la battaglia inga•ggiiata .. Nion amm,ettevia com,promiessi di alcun genere col fascismo ed aveva reagito con estrema energia al teµtativo, affiomto anche fra gli unitari, di r contrappone al selvaggio rassismo delle provincie fasc:ste, un equivoco mrussoli1ntismo della capitale. N:on aveva del capo del governo nessuna stimla nè morale, nè intellettuale, nè politica e fu questa una delle ragioni I della suaforza e, forse,' .detla sua tragica fine. Jl (I). ' ( 1~Pietro NENNI. L~ .Asaaa«nio di Matteotti e il proc:e.ao al regime. ,iS<,c. Ed. A vanti I) , ·:91iotecaGino Bianco

Il. - L'Ambiente del delitto I . . il fascismo ,pii 20ver.no non nascondeva affatto, d'altra parte, 1a sua intolleranza per ogni forma di oìpposizione, m1oltiplicando apertamente le eccitarzioni al1a violenrza - contro g,li avverSéll'i. Gtiamo qualche esempio, : · . 11 26 genriaio 1923 -'ll!ll GOmunicato ufficiale -dirafflélto ~. dall'Agenzia Italica, diceva : « ~cordiamo a tutti i deni-- igratori dello stato fascista che il President~ del Consig!io ha cosi' sintetizzato gli intendimenti- del govemo :· assi- - - atenza a chi lavora, piiombo •a chi c~gium ». Occorre . intendere che, per Mlllssolini, congiurano tutti col~o che · non sono d'accordo col fascismo. I:l 26 gennaio 1923 l'Ufficiale A,geinrzia Volta pubbJi.. · · cava : «· Il sistema che vorrebbe essere d'intimidazione verso irgovemo ... o sarà senz'altro abbandonato, o verrà senza alcuna esitazione schi,accia-to con tutt.i i mezzi, nessuno escluo... :» . . Il 4 Jebbr io suÉcessivo Mussolini in persona avvertiva, in un discorso tenuto a Roma,. che· cc il governo f,ascista . h.1 bisogno ·anche di duecentomtla rr.)(>Schettiper t~nere , a posto tutte Je ca~agi}ie ». vale a dire - secondo la terminologia mussoliniana - sdi oppositori anch:e piµ miti e legalitari. E il' 11 febbraio lo ste•ss•o .Mtussolini telegrafava ai fascisti- di Signa : « Dite alto-ai fascisti della. Toscana ·tutta che il piombo infuocato bisogna serbarlo~ per i. nemici _d,ellapatria e del fascismo. » · · Lo stesso giomo Mussolini in un discorso alla Camera. affer:rr.:ava : « Non e' è niente da discutere in materia di, ~itica intem,a. Quello che accade accade per mia precisa, ~ diretta oolontà e dietro miei ordini tasaatiol dei

-16- \ quali assumo natural.mente piena e ·personale re~nsabilità .. E coloro che intendessero di diffamare ali'estero il fascismo e di minarlo all'interno, devono sapere _che il loro compito co·mporta incerti durissfmi. » Citiamo ancora qualche altro brano di discorsi del signor Mussolini, presidente del Consiglio dei Ministri nel Regno d'Italia : « lo dichiaro che voglio governare. se possibile, col -·consenso maggiore dei cittadini; rr..a n.ell9 attesa eh.e questo consenso si formi, si alirr.enti e si fortifichi io accantono il massimo delle forzè disponibili. Perchè puo' darsi per avventura che la forza faccia ritrovare il consenso~ e in ogni caso quando . mancasse il consenso c'è la forza. » (Rom1a, 7 marzo 1923.) « Mantenere in piena efficienza morale e materiale le camice nere pronte in ogni momento a rispondere al mio appello per i prossimi inesorabili svill.JJP'.P1 dell.a nostra rivoluzione. » (MUano, 14 ap,rile 1'923.)· « Ma se i nemici rialzano la testa e il tono della loro _più o m1eno stupida ,,opposizione, i fascisti torneranno a far blpcco, ed allora guai ai vinti. ·» (Discorso al Senato~ 9 giugno.) « Occorre che nes~unio abusi del nostro spirito generoso, perchè altrim.enti interverrebbe la forza. Se cioè . quei residui di cui parlavo intendessero occupare ancoi,a ll:n po' la scena politica, . e~i ~anno .e tutti ~li. italiani dovrebbero saperlo, ohe 10 ch1amere1 Ie camac1e nere; d:elle quali molte mordono il freno e sono impazienti. » , fCremonia, 29 giugno l923.) . « Non faremo più l'onore di considerare come nemici ,certi cadaveri della politica itali,ana ohe si illudono di vivere perohè abusano della nostra generosità ... Camice nere di Toscana ! se è necessario di ricominciare, ricomincerete 1 . n (Firenze, 20 giugno l 923.) r « Noi del governo fasci sta dichiariamo, che SU"emp inflessibili e inesorabili contro tutti coloro clre volessero nevocare ritalia di ieri. » (Pescara, Zt agosto 1923.) Ed ecco infine precisato il concetto di Mtussolini in ~sta frase del· discorso da lui pronunziato a Milano, il 28 ottobre 1923 : u I! governo fascista durerà peTcbiè Biblioteca Gi o Bianco -

, _~ 17 ~ SIS11EIMTJ~A.~- .. I DISPERDEREMOI NOSTRl NEMIOI,. J> - Ma, qài c~ · eccitaimenti .itenerici a d~linquere non basbassero, i _giornali., fascisti insis~evano specificamente contro il partito e la ì,ersona di Giacomo Matteotti. Non citerem10, a riprova di questo, che alcuni brani del Popolo d'Italia. organo personale · di Benito Mussoor lini, che ha se1D1Pre continuato a dirigerlo, anche· dopo la 5"lél andata al potere, per rintertposta persona di suo· fratello Arnaldo. . · Ecco qualche s~ggio dc~Ua.pr~ presidep.zi'ale : « lo voglio pimiostrare che se un giorno o l'altro il lup•o f~scista entrasse nell'ovile unitario, che è il più sp·orco di tutti, nessun pastore al mondo avrà diritto di protes~re. l> (20 ·ap;rile 1923.) . · « In altri termini, i fascisti sarebbero di nuovo -:- ed occorrendolo sarainn1 0 - pienarr.Jente concordi -contro· tutti i bastardi di ieri é... -di domani e tornerebbero (e torneranno) a picchiare. nel mucchio con rinnovato fer- - "'Jore. l\1lemento•.. da ricordare. » (11 maggio 1923.)" « Ma i vari Turati e Modigliani e simili Matt~otti sono pregati di ricomporsi nel silenzio dei trapa~•sati, perohlè il fascismo comincia ad essere ripreso, da una strana nosbdgia degli anni passati• · »"127 maggio 1923.) · · Nlella collezione .delle rni.n~ccie di morte contro· gli av..-', versari del Popolo d'Italia - ohe· tronchiamo qui' per brevità - ve ne sono d~e particolar_µiente significative,. · e specificamente riferentisi al caso attuale. Il 3 mag, gio 1923 l'organo personale di Mussolini stalllJPava - : <f Ma se le pecor-e rognose la cui m.à,lv.agia opera quoti-- · ~ diana contro il fascismo abbiamo avuto più volte di rilevare vanno in cerca di dispiaceri, non è· escluso chie possano averne di nioltò gravi. Quanto al MAI'IEOTrl - VOLGARE -MlSTIFICA~ORE, NOTISSl 1 MO- VIGLIACJCO E SPREGEVOUSS1IMO RUFFIANO ' - SARAI'BENEOH1 E, EGLI SI GUAR:Dl, CHE.' SE I oo.. \I.ESSE CAPITARGLI DI TROVARSI, UN· GIORNO O L•ALTRO OON LA TESTA R01T A (MA PR~ PRro ROlTA) ... NON SARA' CERTO IN DIRITTO. Dii DOLERSI DOPU TMrr A IGNOBIUTA' SCRllT A E S01TOSQRITI Ai. » . lioteca ino Bianco I ' . ' ·.1

-18Più greve ancora è un altro passo dello stesso Popolo d'Italia, in data 3 giugno 1924. - proprio all'indomani <le1l 'ultimo discorso dell'onorevole iMlàtteotti alla Camera - I. pagina. _in calce all'ultima colonna, corsivo 8/10. sotto il titolo 1« Sobrero :» : _ · « Mussolini ha · trovato /in tropp·o longamine la condotta della maggioranza. perchè l' otll· Matteotti ha tenuto un discorso mostruosamente provocatorio che avrebbe meritato qualche co,sa ,di più tangibile che l'epi- . teto di « masnada » lanciato dall' on. Giunta. » 0) Ma c'è di p,iù · : oltre le minacci e del suo ·giornale, l'·on. Missolini ordinava al capo •del suo Ufficio Stamtpa • .commendatore <:esare Ros·sÌ, di commentare il discorso Matteotti con una circolare ai ,giornali fascisti sul contegno delle opposizioni alla Camera. La circolare - che è del 4 giugno, ed è stata riportata · a suo tempo da tutti i giornali - contiene questo passo : .\( Le odierne p•remeditate ed eccessive PROVOClA.- ZIONI OUIJMJINA. 11ENEL DIS<DR.SOMÀ 1TEOTTJ, fanrno parte di questo lp~ano concertato subito all' indon:~ni della vittoria del 6 apTile. Sarà (Percio' opportuno, -e veramente patriottico. che il vostro gi0lmale, sia ne1la .cronaca degli incidenti odierni. sia nella nota 1di commento sveli con energia e severità di giustizia ed asse- - gnando fin da ora le responsabilità dhe obbiettivamente ricadono sui tracotanti leaders della opposizione, parti- .colarmente da quella cosi detta costituzionale e l'altra unitaria. questi propositi destinati a seriamiente conllpromettere, per la inevitabiJe e doverosa reazione che il regime fascist~ in un betl mon11ento opporrà senza riserve 'di sorta, la raggiunta ed auspicata normalizzazione della vita nazionale. » ~le fosse l'eco .Clhe negli amlbienti fascisti di provincia, semjpre - eccitati ..· tali is~ioni suscitavano è fa- ·cile rilevare da un commlento del giornale n:tilanese La Grande Italia. organo di quegli arditi bscisti di cui era f:Xlrs magna, nella capitale lombarda, il sicario Albino Volpi. In data 8 g,iiug.no 1924 - cioè due giorni <.lopo la ( 1) Sì ha 1a prova materiale d,,e 1 'artioolo « Sohrero ,, è stato se-ritto & Muaolini. - ' · I Biblioteca Gino B_ianco

--19- . .,. circolare Rossi e due giorni pri,ma del delitto· ---- il detto giornale (anno I, n. 10) ipubblicava il seguente articolo :. « Resta· l'ignominia Matteotti, coonieun segno che non si cancella della profonda .perversità del costl.llme poli- . tico. IIDla non rimane nessunà delle ·grida e' delle pettegole vociferazi<?ni che egli scaglia. « Le sorti ,del Parlamenro sono sllllle •$?inocchia di Giove, o per meglio dire. di Benito Mussolini. « .Intanto. siamo sicul"i che tu~ti i deputati, e con essi il popolo italiano. hanno compr.reso potentemente quel c!he significa questo groviglio di escrerr.tenti -e· secrezioni,. che assomma nella designazione di estremismo rosso. e qu~,li possono essere i riposti ~ i palesi scopi di una tale « masnada 1>>-. « Matteotti è un'a molecola e# questa ~asnada, che ,, presto l' ultimia v·entata di ·buon senso e una n1ossa energica del Duce peniseranno a_ spazzare. » · Le. minaccie verbali doveVtano avere una sanzione .. A tale scopo, Mussolini &i decideva a mettere in azione J,asua « ceka ». . L'associazione a delilllQ!uere indicata col nome di ,e ceka », _ch:e stringeva in un patto qi solidarietà nel delitto i sommi gerarchi del fascismiO coni i loro sicari specializzati e con gli emissari del n:ondo ~ofano aveva sede in un Palazzo del Governo : il Viminale, dove , p,ure aveva la sua .duplice sede H senator•e De Eiono, come fDirettore Generale· ·della P. S. e come ca,po ddla Milizia. Le « ceka », di'e esisteva già .in fomniazione emb~ionale, ebbe una prqpria costituzione regolare in una adunanza tenuta nella abitazione privata del 1 Presiìdente del C:Onsiglio. a via Rasella, presente tra ,gli altri il generale·· • De Bono, già da tempo in carica c~ ,Direttore Gene...- mle della P. s. e come Primo Comandante Generaledella ,Milizia. Di tale riunione è fatto esplicito cenno nella .lettera:-. testamento 1?edatta da:H'on. Finzi' in cui han preso vi-· sione e possono quindi testimoniare il sig. Giorgo Schiff-- ' Giorgi:ni, il co.n:m. ·Guglielmo Emianuel, già capo della redazione romana del Corriere' della Sera e il giotnalist&. ~lo Silv~stri. ( ltlO I .r

I -20Costoro, nei giorni tragici immediatamente seguenti al delitto 1Mlatteotti, furono invitati dall' on. Finzi ad aver coW')dzione della sua lettera testamento ed a rendersi intei,preti del suo pensiero presso i dirigenti dei partiti di opposizione a disposizione dei quali il Finzi intendeva di mettersi cormpletamente. In tal senso suona anche la deposizione resa al ma- .gistrato inquirente dai prredetti testimoni e confermata dallo stesso on. Finzi in un colloquio avuto col Silvestri. l...a « ceka » rapp,resenrt:ava dunque un organo costitutzionale del Partito e Governo fascista, con un duplice compito : 1) quello di spiare attentam.ente tutti i movin:1enti dei partiti e delle personalità politiche contrarie al fascismo - cotnp,resi i tiepidi amici e i « dissidenti » aperti ; · 2) sopprrimere gli avversari più temuti con violenze « di stile ». abilmente ni,asoherate in modo da irendere possibile l'impunità dei sicari e dei mandanti. L' « esecutivo » della « (:eka ;» si identificava col Comando Generale ,della Milizia : questo reclutava i sicari, forniva i mezzi materiali e finanziari. preordinava i piani, elaborava le informazioni, p'l"O'VVedeva « lavoraTe » opportunatr.ente l'opinione pubblica, interveniva all'occorrenza presso le A.utmità di P. S. e presso i Magi .. .strati 4p:erfacilitare ai colpevoli più diretti la impunità. La « (:eka » era considerata strumento « necessario ,per governare il Paese ». secondo la espressione testuale usata dall' on. Finr.zi nella stia lettera testamento. Sono imputabili ,a codesta organizzazione della « Ceka », sia nella sua formazione err.brionale, sia in quella definitiva, le note violenze nelle persone degli onorevoli Buiffoni. Am1enid0Ja, Griani, Bergarnini, Nitti, · clel giornalista Gi,annini, e gli assassinii di don Giorv1anni M!inzoni di Argenta, ,dell'operaio Antonio Piccinini candi1dato socialista di Re·g.gio Emilia e di Giacomo Matteotti. Biblioteca Gino Bianco

..,. I I ,. lll~ - Il delitto • I • • 11 ·1O giugno 1924. alle ~ 6,30 circa. l' on. Matteotti usciva dal suo dom,icilio romano di via Pisanelli, 40, per :recarsi alla Camera. Egli era senza capp·ello, come era .sua abitudine dm-ante l'estate, q!Uiando s'assentava di -ca,sa pier breve tempo. 0 Sul Lungo Tevere Alrnalào da Brescia veniva abbordato da quattro o cinque individui colà in agguato. c1 he lo immobilizzarono n:.ialgrado i suoi tentativi di resi- .stenza, gettandolo in un automobile che attendeva poco lungi e ohe parti• irmttnediatamiente con i rapitori e la ' vittima. l.Jln cittadino che dalla sua finestra aveva assistito alla rapida scena di violenrza. ebbe cura di registrare il numero dell'automobile che era il 55.1216. . , Due giorni d~o - qtllando le voci intorno alla spari- , zione dell' on. Matteotti si erano già diffuse con allarmante insistenza - quel cittadino ando' alla questu;ra per raccontare quello che aveva osservato. Fu soltanto grazie a questa fortuita co·mbinazione che la questuTa 'rottnana - la quale brancolav·à in una incertezza forse voluta - dovette stabilire che l'automobile n. 55.1216 apÌparteneva al garage T Tevi e che era stata noleggiata due giorni p~ima ad Amerigo Domini presentato e ga- . rantito da Filippo Filippelli, direttor~ del quotidiano -fascista il Corriere Italiano (1). · . F rattanito la rr.1ogliedella vittima., signora Velia Titta, inquieta della lunga inconsueta assenza dell 'on. Mat-- ft, V. Nel' Appendice: documento n. 2.

teotti, iniziava fin dal mattino dell' I 1 giugno affannose ricerche alla Camera e alla Direzione del Partito Socialista Unitario. confidando all' on:. Modigliani il terribile dUJbbio · o'he angosciava l'anima sua presaga perchè· con~scia della ·feTocia spietata ,dei ne!]l~ci di suo marito. L' on. lModigliani, anch'egli attanagliato .dal dubbio atroce, ne faceva partecipe la s·era stessa la Questll!I'a di Roma; m,enue la notizia della misteriosa scomparsa del1' on. M)atteotti, agitava Mk>ntecitorio- · Il giorno appresso (12 giugno J l'ansia crescente del pubblico induceva Mussolini a fare alla Camera le dichiarazioni dhe riportiamo. testualmente : - IQ credo che la Camera sia ansiosa di aivere notizie dell' on~ Matteotd, scomparso imprOIV'Visamente martedi' scorso nel pomerig-- gio, in circostanze di temipo e di luogo non ancora ben pr~isate, ma dhe ,gi,ustifloano a,• iJpotesi d.• un deilitto, dhe, qualora fosse stat~ compiuto, non potrdblbe non sol1le'V181I'e l indignazione del governo e à.el parlamento. F BJCCÌosapere alla Camera clhe, non apa:>ena la polizia venne iniformata deLl'assenm prolungata di Matteotti; ho dato io stesso ordini perentorii ,perdhè le ricercihe fossero intensificate a Roma e fuori di Roma e aiUe_ stazioni di confine. La pollizia è già suiUa trac.cita di ellementi sospetti e non trascurerà nulla per fare. la luce .sull"avyenimento, arrestare i colpevoli e consegnarli alla giusti:tla. ,. . ' Il deputato Gonzales rep,licava · . · - E' dunque vero I l,n Roma, sede d~ parlamento, mentre la Camera è aperta, ne11'anno 1924, un deputato de11'<>P.P<>sizione ha potuto essere attaccato, rapito e tre giorni dopo, mentre le sedute si proseg.uono tranq'lllillJamente, noi non S8fPp,Ìaano ancora se ci sarà restituito. Le ,parole del Rresidente delila Camera, difensore naturale· delle .garanzie deglli eletti della Nazion~, e le parole del Presidente ciel Consig!}io, custode delle leg,gi, non sono state quelle ah.e noi aspettavamo. Esse sentono di ordina.ria amministrazione. A nome dei miei coll~~ di ,gtmf.PPO, e sicuro della s-Olllidarietà di butti i deputati deil!l"OIJ)IP08izione, denunzio alla Camera e al paese l"atroce misfatto senza pzecedenti. L' on. Eugenio Giie-sa sorgeva immediatamente ad apostrofarre Missolini : - Parli il Capo del Governo I... Egli tace I E' COMPLICE! . Queste parole dell' on. Chiesa sollevavano un tumuilto infernale. La rr.aggioranza fascista pretendeva imporre Biblioteca Gino Bianco·

ì - 23 • I al deputato repwbblic·ano la ritrattazione dell'accusa di complicità,· e l'on. Turati ~omttrllentava con amara iro- • n1a : . . - Ma si',. ritratti l'on. Ouesa. Tarn-to, la vita non è di.e ipocrisia ... La sera del 12, come faceva presentire Mlussolini nelle sue comunièazioni -alla Camera, si iniziavano gli arresti : · Dumania -Roma, M.azzoli a Firenze. Putato a Mjlano. Lai seduta del 13 giuign.o (venerài) ailla Camera è drarrumiatica. MussoJini si sente investito dal}' ansia e dallo sdegno generale 1per il delitto di cui si ha- onnai la certezza ~ alla fin.e della seduta prencl-e la parola per f f,lre delle di~hiara~ioni. Egli .grida : - ... Se c'è -quaillcuno in questa. sa:la ohe abbia più di tutti il diritto di essere ·afflitto e, agigiungo, esasperato, sono p·roprio io. SOLO lJNO DfE.I MIEI NEMICI OHE PER ,LUNG14!ENOTfl AVESSE PENsATO A QUAlLOiE COSA DI DIABOLICO, POTEVA COM\11ETI'F.RE QUESTO DIELITTO CHE a COLIPISCE D'ORRORE E Cl S~A GRIIDA D"INDIGNAZIO~. ' ... Cio' che è avvenu,to ieri sera in questa sala costituisce un sintomo dhe ·i,l govemo non .puo• t~ascura-re. Se si tratta di" colpire, se ai tratta cli condannare, se ai tratta dì compiangere le vittime, se ai tratta di procedere ·allla ricerca di tutti i cdhpevoili e di butte le relQ)Onsa.fbilità, noi siamo q.ui per ripetere dhe tutto cio' san\ fatto tranquillamente e inesoralbillmente. ••• Se voi mi, accordate li,autoriz~azione di fare un giudizio sommario, aara fatto. . .•. CiUJStizia sarà fatta. Essa dev'essere fatta petohè, come uno di voi lha detto, il delitto è Ufl delitto antifascista 'e antinazionale. Prima ancora d'essere ombile, E' DI UNA BEST'IAf..JTA' Uv1JLIAN.TE. In simile caso non si saprebbe disti,iguere nettamente cio' che i politi ., h è · · l co e cto e e cnmcna e. . . . . Si tengano bene a mente ,qit!este.parole. Esse saranno messe a confronto con altre. non meno dratr.1n11atic:h.ee serviranno a farci lumte lungo .la strada .per là ricerca della verità. ·· . . ' _.,t . - :\ . ' ..

IV. - Gli esecutori e il mandante ---····--- • Com'è risaputo, fin dalle prim~ssime indagini risulto~ elle il ;ratto e la soppressione di Matteotti erano opera di una banda capritan,ata da Amerigo Dumini. Oostui non era nuovo· alla cronaca della criminalità fascista. Egli fu il principale responsabile de11'orrendo massacro di -Roccastrada, in provincia di Grosseto,. rimasto celebre n.e~li annali della delinquenza fascista ; mia questo delitto, ohe resto' illl1fP'Unito,non fece che inalzarlo nella considerazione del « duce ». Neppui-e· un affare molto so~etto di forniture d'armi alla Jugoslavia, ~do l'Italia era con questa ancora a ferri- , corti - aiffare per cui il Duirr:lini venne arrestato a Trieste - valse a diminuir.gli la « patriottica » fidu,cia fascista. Non si contano gli episodi di violenza individuale e collettiva cui egli fu mescolato. Dai memoriali del Rossi si rileva eh' egli venne anche· in Francia per « operare » secondo i soliti sistemi, con passaporto falso rilasciatogli dal generale De Bono e con denari consegnatigli dal sottosegretario all'interno Finzi, dietro mandato del Presidente del Consi,glio, Benito .Mussolini. Poco prima dell'assassinio di M:atteotti, questo feroce avventuriero della· più bassa specie faceva parlare di sè per avere aggredito a tradimento e ferito il giornalista d• opposizione Alberto Giannini nei corri,doi del Teatro N1 azionale •. a Rorr..la. Ecco quanto riferiva l' A v·anti ! del 17 giugno 1924: « Si apprende che sabato sera a Milano, in una nota. b1 irreria, erano seduti a un tavolo gli on. Dugoni, Gari ... botti,. il sigmor Violante e altri, allorquando passarono Biblioteca Gino Bianco

I -25- t gli on. Lanfranconi, l 'ex~segretario dellé\ Federazione provinciale fascista, Aniiedeo Giurin e il figlio delil' ammiraglio Corsi. L' on. Dugoni, alzato$i e salutato il Giurin, lo prego' di ripetere quanto aveva avuto occasione di · riE,erirgliquindici 1 giorni fa. . · « Il Giurin aderi' di buon 1gradQe dichiaro' ·: . 1 1« Trovandomi circa un mese fa a Rotn1a ebbi occasione « ,di avvicinare il D'ulmini, ,parlando col quale dissi eh/ era « per lui conveniente cessare dall'attività di violenza da « lui svolta. Egli mi rispose quasi testualmemite cosi• : HO « SULLA MIA COSCIENZA UNDICI O DODICI OMJ- << C/DI PER MANDATO. Sono vincolato in pieno << potere da coloro per i quali io ho agito. Null'altro mi « rimane. a· fare oggi che continuare per la mia strada. et Se mi rifiutassi, non avrei altra alternativa che essere « affamato o essere s~presso. » · « Tale dichiarazione è· stata verbalizzata. » Ebbene, costui - più. volte assassino, sicario volgare. sospetto -di tradimento verso il propTio paese - era ammesso ed ammirato nei circoli ufficiali. frequentawa il Mi,nistero degli Interni tanto da essere ritenuto segretario del comrrJ. Cesare Rossi, capo deM'Ufficio Stampa govetnativo, e conduceva vita lussuosa senza far nulla pur essendo privo di mezzi di confessabile provenienza. <lii lo piroteggeva e ohi lo ~agava } Questo è ben certo : che Mussolini lo aveva carissimo e lo reclamava ogni volta che il sµIO furore di Tiberio in diciottesimo gli faceva pensare ad una violenza · omiicida contro gli avversari. I memoriali Rossi e Filip- _ pelli sono espliciti e precisi, al riguardo. Quando Mussolini crede necessario di costituire la ceka, è a Durr...inioh:e ricorre sUJbito come diri.gente di questo stru.mtento infamie di occulte vendette. ··1I 'suoi oon,ei · sono degni di lui. Uno di. essi, J.'~mllai celebre Mbino V oilpri, fu pl"ocessato quale autore materiale dell'assassinio del vecchio socialista lnversetti, avvenuto in un circolo di Foro Bonaparte, a _Milano, Natu:ralmente venne assolto ed egli trasse dalla assoluzione l 'incorraggiair.iento a compiere tutta una serie ai violenza delittuose - setnlP're impunite - l'ultima . ino Bianc

-26delle quali fu I'~essione al deputato f ascisba. dissi. dente Cesare Forni, che venne ridotto in fin di vita. Per questa agigressione il Volpi era stato arrestato- e doveva trovarsi in carcere, in attesa del processo. Clii lo aveva fatto mettere in libertà p~ovvisoria ~ Come mai questo avanzo di_ galera ~eI12;aarte nè parte e senza un soldo viveva in un a1bergo di Roma, e non de.gli ultimi. Ch.i pagava per lui e per gli altri della banda } Perfino la sentenza della Sezione d'Accusa, pur cosi~ tendenziosamente parziale, è costretta a riconoscere : . - E' certo dhe le prime manitfestazi~ni di un disegno delittuoso a.i da·nni dell''on. Matteotti ad opera di persone miilitanti nelle tille fasciste rimonta alla seconda metà del :maigig:io1924. I Hhri dell'al .. beiigo Dragoni registrano l' a;pparizione di cinque da esse il 21 ma.g• gio; e sono gli itnlptutati Viola, Panzeri, IPoveromo (sotto i falai nomi di ViUa, Grit>tPa e Mariani), Vo~i e Putato, non 'falsamente indicati petdhè: già noti nelil'allber;go. Ad essi si &1g1giunge il Me.zzoli ii 3 giuigno, ripartito pero' definitivam~nte per Firenze il giorno 8, e sostituito pq-oprio alla mattina del 10 da~ Malacria sotto i1 nome di Florida. Costoro, aillog,giati tti.tti nel~ stessa camera n. 76 del Dragoni, aLrinfuori del M'alac.ri.a dhe ne occupo' altra del medesimo al!bengo, risultano avvinti, meno iii Mazzoli, in una comtune azione delittuosa agli ordini immediati di Ameri~ Dumini, ohe inoltre si manteneva in contiruuii quotidiani contatti con Otto Thierschwald, losca figura .di straniero ~one, cui era assegnato il puticolare-- incarico di seguire le mosse e le atbitudin.i deU'on. Matteotti. CJi stretti raPfJ)orti di amicizia, inv·ero, fra ill Dumini, il Viola, w Poveromo, il Malacria, il Panzeri ed il Volpi, tutti de1 gruppo arditi di guerra fasicisti di Milano, da quesfudtimo comandati; la più profonda e salda intimità fra Dumini e Putato; la 1Urgente e teleerafiea c!hiamata delf 8 .i!_~lglllo, fatta dal Dumini al Volpi ed al Pan2eri in Mi~no, con richiesta di cotidurre con loro un a!bilissimo chauffesur che fu il M.aaacrla; la domanda per concessione di porllo d' amie, presen,tata il giorno 5 giugno dal Dumini alla Questwa di Roma ne1ll'interesse di Poveromo, Viola e Putato; le spe~e di vitto, alllogigio e diaria, soste-nute dal Dumi,ni per i compagni ; La sim,ultanea presenza di tutti, In Roma, nel funesto 10 giupo; la simulazione dei nomi ; la loro affrettata partenza nei due giorni successivi ; la aècerbata partecipazione materiale ~lla magigior parte di essi ail fatto, son.o tutte circostanze concomitanti, ohe non con.sentono sicura esclusione per alcuno. E' certo dhe il Dumini, se ebbe parte preponderante e direttiva ndila complessa attività delittuosa, non potè per~• determinarvisi di propria spontanea iniziativa, pur e98endo questa la tesi aoatenuta Biblioteca Gino Bianco

. ' I, 27- I 1 nella sua tarda confessi one del 20 ottobre 1924, nel1'undecimo deLla lunga a;erie cli interrogatorii da Lui resi durante la laboriosa istruzione.·. Stanno ad esoluderlo : l'accennato impegno dallo st~ Dum,ini ass1.11nto di provvedere al vitto, a'ltl'ailloggio, aJ.le diarie, nonohè al nolo della m,acohina ben fornita di comlbustilbile ; spesa non indifferente, indubhiamente sUfl)eriore a111asua scarsa potenzialità economica: 'le violenze precedenti in danno di uomini politici aMe qua.li egli partecipe> per ailtriui incarico, come afierma Cesar~ Ro98i, che, esplici~nte e con ostentazione, si attribuisce la re~nsahi:lità morale e penale dell 'auigressione Forni a Milano. Sta ancora ad eacludere wna personarle iniziativa dej Dumini l'assicurazione db.c lo steuo Rossi awehbe fatto al giornalista Silvestri, ohe il Dumin.i non eJ'4 uomo da commettere azioni dhe potessero a lui dispiacere. Lo esclruidono infine la fi-gura morale dcsl1o stesso Dumini e la sua lovaua intellettuale, non essendo egli personailità politica da consentirsi indipendenza di movimenti e libertà di gesta extra.:legali., imrol,gent.i responsabilità di par.tito, come non era il aemplice gregario stolto ed ilgna.ro, operante per cieco fanatismo, nella inconsa- . pevalezza del risdhio della possibile perdita di protezioni preziose. E' certo che ad una det~inazione delittuosa in danno dell'on. Matteotti concorsero ed in -\1,gual grado il Rossi, capo dell'Ufficio Staimpa ali Minister~ degil',fnterni, il MarineÌH, segretario genera:le .del pa,r,tito fascista, ed a Fill~lli, di-rettore ddl Corriere Italiano, otgano noto dello stesso partito. ) ~lt I Osservi811Iio cihe le stesse, $tessissime, osservazioni fatte per il Dulrmn.i, p0ssono - anzi' : debbono - essere fatte per il Rossi, il Mlarinelli e il Filippelli. Nes .. 8Ulllo 'di essi, infatti, era ccpersonalità politica da conse.n ... tirsi indipendenza di miovimenti e libertà di gésta extralegali ». comle nessuno di e·ssi « era il seir.1plice gregari-o. stolto ed ignaro, operante per cieco fanati9IDO, nella inconsapevolezza del rischio della possibile peraita di ~otezioni pcreziose ,,,. Se la Sezione d'Accusa consi,dera Dumini in sott'orcline di fronte a Rossi, Marinelli e Filippelli .........noi, a molto lt)Ja~or ragÌoner apnilichiemo lo stesso criterio a costoro di fronte a Mussolini. In realtà, sàr~bl>e assai più verosimile che un tipo cli aelinquente-nato come Dumini potesse aver preso di sua iniziati\ta la deliberazione di sequestrare e soppri .. ldere l'Altteotti, senza rendersi conto esatto delle co,naeguenze, che non attribuire tale stoltezza ad uoir.Jini già· adusati alla vita pmitica, per quanto si abbia ragione ., • I

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