E' un creatore, inserito alla svolta decisiva tra l'Italia paternalizzata, medioevale, rissosa, faziosa, magniloquente, sanfedista, mercantile e la grande Italia dell'avvenire, quale fu da noi sognata alì'uscita della guerra e quale, sul cadavere dilaniato del puro Eroe del popolo, saprà conquistare la sua spiritualità di nazione sana e moderna, le cui libertà saranno sacre, i cui istituti civili e giuridici saranno intangibili, il cui volto arioso non sarà iutorbidato dall'odio maniaco e dall'orrendo millenario fratricidio. Dopo quello di Cristo, mai sangue umano fu più iniquamente e più atrocemente versato. Dopo quello di Cristo, mai sangue umano è stato destinato a irrorare sulla terra tanta luce di verità, tanto bene di redenzione. Più che lacrime, sono da prodigare all'Eroe i nostri riconoscenti e strazia ti sorrisi. Come la data anniversaria delle Vittorie, che chiudono le storiche guerre, l'anniversario della strage preordinata di Giacomo Matteotti sarà celebrato - oh, come presto! - quale suprema prova indispensabile per l'ascesi della razza, per la redenzione dalla miseria e dal dolore di nostra gente, coatta alle fatalità della emigrazione, della malaria, della partitanza, della schiavitù padronale e governativa. Se le ossa, trascinate dalle volpi per le fosse della Quartarella, potessero ricostruirsi per un attimo· in torturata sagoma e riaffacciarsi alla vita, forse Egli si leverebbe, con l'indicibile pallore che la leggenda popolare mette sui volti di coloro che tornano in sogno dall'al di là, a imporci che in cima alle nostre gramaglie si facciano oggi oscillare i gagliardetti della speranza. EMILIO SCAGLIONE Biblioteca Gino Bianco
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