Comitato centrale delle opposizioni - Giacomo Matteotti nel I° anniversario del suo martirio

- 81 - Poi la guerra fini. E di un altro martire ha avuto bisogno la tragica storia del nostro Paese per chiarirsi: Giacomo Matteotti. Da quel giorno egli non è più l'uomo del suo partito, è un altro martire italiano. Nel cuore di innumerevoli suoi cittadini egli testimonia una causa che è anche causa nazionale. E giorno deve venire che H suo nome illumini perfino i cuori di coloro che lo hanno colpito. A un anno di distanza noi non vediamo quasi più la povera salma straziata ma la luce che la trasfigura. Poichè l'odio - per quanto ce ne sia nella stirpe di Caino - nega sè stesso, e riafferma, contro di sè, l'amore. * * * GIULIO CAPRIN Gli autonomisti sardi, che intendono essere gli antesignani in Italia di un vasto movimento rurale libertario, hanno visto in Giacomo Matteotti un fratello di fede. Proveniva dalla terra, dalle masse dei contadini del Polesine. Aveva sentito l'influenza di Salvemini, era un liberista convinto, ed avrebbe avuto la forza di guidare un movimento proletario ru- ,rale con tattica federalista. Senza scrupoli nella lotta, intento a ricercare i punti deboli dell'avversario per poterlo colpire con sicurezza, egli aveva dato un tono di energia al nuovo partito unitario, ne aveva fatto una sua personale opera d'arte. Giacomo Matteotti era un avversario temibile, e fu perciò ucciso. La lotta contro il fascismo è una concreta, reale battaglia in cui si può giungere all'estremo sacrifi.zio. Esempio e monito a quanti credono ancora alla possibilità del piccolo giuoco parlamentare o intrecciano dotte dispute di teologia legalitaria. · Gli autonomisti sardi salutano in silenzio il compagno caduto. CADHLLO. BELLIENl 6 Biblioteca Gino Bianco

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