- 79 - tura troppo rapida fra un sisf;ema di « allevamen~ to » industriale a base di protezione, come oggi in quasi tutto il mondo, Egli rispondeva essere meglio affrontare un rivoluzionamento vivificatore della parte sana dell'arnesamento produttivo con la morte di chi, alla prova della concorrenza, non sa resistere. Ma al di fuori di questi dissensi, egli vedeva nel movi:n;ientooperaio organizzato la vera ragione di essere del socialismo. SapE:Wacomprendere rapidissimamente le necessità del movimento sindacale, ed anche quando il suo carattere, tutto di un pezzo, non gli permetteva quelle pieghevolezze che sono una necessità del sindacato, pur tuttavia incoraggiava gli organizzati a perseverare nella loro opera a favore delle classi lavoratrici. Allorchè la bufera si scatenò egli ebbe, nel cuore, ripercosso lo schianto delle case del popolo abbattute, incendiate, distrutte: di quelle case del popolo del suo Polesine, che aveva aiutato a nascere e svilupparsi anche con sacrifici suoi pecuniari. Nella multiforme attività del martire quPsto suo amore per le organizzazioni proletarie è meno appariscente, ma non per questo meno positivo. Rivendicatore di tutte le libertà, egli sentiva che il proletariato aveva una sua libertà da rivendicare: quella di organizzarsi liberamente, per liberamente svolgere la sua missione in quella che è stata chiamata la lotta fra le classi. Ed a tale intento volse la sua opera, ed anche a tale intento spese la sua vita. Nel giorno del grande sacrificio le organizzazioni operaie liberamente costituitesi sentono la bellezza del sacrificio compiuto, ed al martire dedicano il loro pensiero. Pensiero di amore, pensiero di riconoscenza, pensiero di fratelli al grande Fratello cosi tragicamente scomparso. E scomparso per loro ... GINO BALDESI Biblioteca Gino Bianco
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