71 forza dell'enorme maggioranza contraria all'o• dierno regime; suscitare la coscienza e la fede di una lotta di resistenza e di trincea - ed insieme di alacre organizzazione - che può, ess·a solo, sboccare alla vittoria liberatrice: questa è l'ereòità spirituale che ha lasciato Giacomo Matteotti. E questa deve essere la sua commemorazione. * * * MEUCCIO RUINI Giacomo Matteotti fu mio dii,.:epolo alla Università di Bologna; predilesse la disciplina da me professata; trasse da questa la « tesi » per la sua laurea, da lui poi anche per mio consiglio pubblicata; frequentò per acquistare sempre nuove cognizioni scientifiche, anche dopo conseguita la laurea, lungamente il mio « studio ». Diventammo amici. Io gli ho voluto bene; e se lo meritava per la bontà dell'animo, la nobiltà dell'intelletto, la rettitudine del carattere. Io pensavo politicamente in modo profondamente diverso da lui, ma io e lui tanto più ci siamo moralmente avvicinati l'un l'altro quanto più il nostro pensiero politico ci distaccava. • Ciò avveniva perchè ambedue eravamo e ci sapeva- • mo immutabilmente convinti delle idee nostre e perciò conoscendo l'inutilità di discuterle fra di noi e stimandoci a vicenda rispettavamo l'uno la onesta coscienza dell'altro. Egli, perchè non si rimuoveva dalle idee sue, ma ognora più visibilmente le professava, pareva, a taluno, uomo ostinato o duro; ma così pareva a chi o non sapeva apprezzare la saldezza dei suoi propositi sostenuti anche se con suo personale sacrificio, oppure nol conosceva nella intimità del suo spirito. Egli aveva · dolcezze squisite di sentimento. A me, anche dopo che finimmo di esserci vicini, parlava spesso con tenerezza della madre, della sposa e dei figli suoi ai quali era legato da una affezione commovente. Sentiva e parlava da padre·di famiglia esemplare. Biblioteca Gino Bianco
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