- 68 - siero. Anche spento, dovettero sudare a piegarlo. Era l'uomo che è più raro in Italia, l'uom.o che più occorre all'Italia. Giovani, sappiate imitarlo! Previde, non temette la morte, certo, per questo: intuiva che il suo cadavere avrebbe servito .alla causa più di tutta la sua vita operosa. Infatti, morto, è più vivo. E non potranno assassinarlo più. * * * FU.ÌPPO TURATI Nella cerchia degli amici ne abbiam tutti uno che con aria superiore sentenzia: Bisogna pigliare i fatti come sono; un paese non s'immobilizza su una sola questione. L'amico che la sa lunga ha torto. Anche lui è maturo per una tesi di laurea sul Machiavelli di maniera, che è tanto morto quanto riman vivo Mazzini, lo spirito più religioso d'Italia. Verso il 1900 ero, giovanissimo diplomatico, a Parigi. Frequentavo i salotti « comme il faut ». E' così che i discorsi dei « realisti » sull'assassinio di Matteotti li conosco da un pezzo. Anche allora le « persone per bene » sapevan tutte che Dreyfus era innocente, ma dicevano che doveva restar in galera per non scuotere la fiducia nei « grands chefs ». Gli imprudenti, gli ideologi tenner duro. Dopo lunga lotta vinsero. I << grands chefs » furono smascherati, l'innocente tornò in libertà. Credono i saputi e i prudenti dell'Italia aulica che quattordici anni dopo tutti i francesi, tutti, si sarebber trovati uniti a difender la patria se fosse rimasto a avvelenar gli animi l'atroce dubbio che la cricca dei capi si era retta e fortificata su un delitto? Così oggi da noi, - anzi da noi a mille doppi, perchè il popolo sa che Matteotti è morto per lui. Chi non transige perchè giustizia sia resa per l'asBiblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==