Comitato centrale delle opposizioni - Giacomo Matteotti nel I° anniversario del suo martirio

Aveva nell'opale degli occhi bruni e. verdazzurri il riflesso de' suoi campi del Polesine, dell'acqua dei fossati che riverbera il fremito dei pioppi e disseta la lassitudine infinita di quei braccianti. Nell'agile persona, nel gesto tagliente, rivelava la stirpe tenace, calata dai greppi del Trentino. L'accento tenuemente, dolcemente veneto, non venezievole, ignorava la sdolcinatura. 1\fosse e sorriso di• ragazzo. Fronte, e talora cipiglio, di studioso e di pensatore. Animoso; a volte monello. Sobrio. Frettoloso sempre; come l'uomo il quale sa che, pur giovine, non avrà tempo da perdere. E ci rappresentava tutti; ci integrava tutti; faceva volentieri con tutti; faceva, solo, per tutti. Rapidissimo, schematico, nudo. Dal discorso parlamentare all'articolo di propaganda, dal libro 111 volantino; dal tuffo entro un oceano di cifre :i.I motto epigrafico che va come un dardo; fra gli eruditi o fra i miseri, dalla tribuna o nella spelonca, in Italia ed oltre il confine: queste cose, tutte, direi quasi, in un tempo medesimo. Aveva l'ubiquità del corpo e dello spirito. Di sè non cura va; i consigli di prudenza suonavano a lui come le canzoni ai sordi. Non li ricusava; pensava ad altro: a ciò che era da fare subito, nel minuto che fugge. Possedeva il coraggio che si ignora; che non ha pose spavalde nè si guarda allo specchio, appunto perchè si ignora. Ritto organicamente, come per conformazione scheletrica del corpo e del penBiblioteca Gino Bianco

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