Comitato centrale delle opposizioni - Giacomo Matteotti nel I° anniversario del suo martirio

- 62 - Ma per essergli buoni amici bisognava lavorare: ecco l'unica condizione ch'egli poneva. Se in lui poteva essere - e non vi fu mai - nota i:11superbia, di strafottenza_ coi compagni, questa se mai fu con i pigroni. Ho l'onore e la immodestia di dire che fui un suo buon amico i:la quando ci conoscemmo, anche se qualche volta mi tirava le orecchie per qualche ritardo nel rispondere a qualche sua richiesta, sebbene sapesse che n-ritardo magari non dipendeva da me e da me solo. In quel tempo ch'egli trascorse a Venezia veniva a trovarlo la sua mamma, la buona signora Isabella, che egli colmava di affetto e che stringeva forte sotto Il suo braccio. E bisognava vedere quella vecchietta piccola tutta contenta vicino al suo Giacomo, al giovane elegante alto, a dargli notizie del .uo Polesine dove lui non poteva più tornare. Ricordo che un giorno eravamo tutti e tre in Merceria e ad un tratto, avendo visto due fascisti polesani che l'avevano riconosciuto, improvvisamente ci lasciò dicendomi: - Conducila all'albergo. E alla mamma per non spaventarla: - Debbo tornare un momento indietro, ti raggiungo subito. Fu da allora che I polesani sc_ovarono il suo rifugio ed egli dovette lasciare Venezia. · Dove però capitava spesso e dove appena alla stazione mi telefonava per avvertirmi che « Orazio » era arrivato. Era un gran fanciullone. Mi ricordo che In un giorno di primavera del 1923 andammo al Lido. Correva sulla spiaggia come un ragazzo, si divertiva a raccoglier conchiglie che poi gettava in mare. Era un poeta del sentimento: si soffermava a considerare le prime gemme degli alberi, le foglioline che appena appena spuntavano. Un'altra volta, fu nello scorso inverno e a Venezia nevicava, eravamo stati insieme alle Zattere nello studio i:11una pittrice, la quale aveva fatto il ritratto ai bambini di lui, di là dovemmo andare vicino alla Marittima da un falegname per vedere una cornice per il quadro. Era entusiasta dello spettacolo offerto da Venezia sotto la neve. Non volle che tornassimo all'Accademia per il vaporlno, facemmo il giro per S. Barnaba, Ca' Foscari, Rialto, 5. Marco. E correvamo sulla neve, scivolavamo arrischiando più di qualche volta o! caBibliotecaGino Bianco

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